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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   sciano , e Giovanili di Pasquale della Montagna , i quali contavano già molli sognaci, commettendo nel territorio di Teramo , ed in altre jiarti degli Apmzzi , omicidi , rapine , violenze , inrendj , ed arresti di jiersone , obbligate quindi a riscattarsi : die i malfattori trovavano ricetto nelle Tene e nei Castriti di Antonio di Acquaviva , di Amelio di Agoto ( il jtimore ) e di Giorgio Ciantrì di Poggio-Ramonte ( Poggio Uinbricchio ): e che i Teramani non potevano uscire nò per coltivare le terre , uè per altri nego* j, senza esporsi al pericolo di essere spogliati ed uccisi. Avevano perciò i duo Sindaci implorato il jicrmcsso dr perseguitare i ladroni con armi anche proibite , di carcerarli , onde consegnarli alla giustizia , e nel bisogno anche di ammazzarli , e chiesto che si prendessero misure coatta Receptatores . Le disposizioni della Sovrana furono conformi alle petizioni . ( in Ardi. Civil. )
   Ad intendere poi lo scopo e 1' esito della spedizione sopra connata , fa d' uopo sapere che gli Ascolani, istigali dai Fiorentini , sollevaronsi contro Alhornoz, cui Urbano V. avea infeudata quella Città e suo Contado per dieci anni fin dal i3t>7 : ed ai 27. Febbrajo 1^76. giorno , in cui la i-soluzione scoppiò , cinsero di assedio la Cittadella viuno Porta Maggiore, nella quale Gomez crasi fortificalo. Avea costui cercalo premunirsi col chiedere ajuto a Giovanna ed ai Comandanti delle milizie al soldo di Gregorio XI. Vuole Scipione Ammirati clic la Regina per ben tre volte spedì in soccorso di lui Antonio di Acquaviva , ed il Marciteci ( 8. Sez. 1. u. i'.ìn. ) fa cenno ili una sanguinosa zuflà , nella quale gli Ascolani, usi ili per allontanare gli Aprutini ed i Brettoni dalla Valle di quà e di là dal Tronto , ebbero la poggio e piegarono : ma rinforzati dai confederali Fermaui e Perugini , costringiti finalmente in Dicembre dello slesso anno 1' Alhornoz a capitolare , ed a partirsene . Si resse quindi Ascoli nuovamente in Repubblica , fino ai 4. Agosto 1379. allorché rientrò nel dominio del legittimo Principe , Urbano Vi.
   Come avea la Regina serbate amichevoli relazioni con Papa Gregorio , così le avesse pur tenute con Papa Urbano ! Ma nel cotanto lagriiuevole scisma , che dal 1378. cominciò a lacerare la Chiesa di Gesù Cristo , essa volle , malgrado il voto contrario di nostra Nazione , aderire e prestare onori ed assistenza all' Antipapa Clemente VII. Irritato Urbano , quantunque nato suddito di Giovanna , concepì il disegno di torlo il Regno, e vi riuscì. Avea ella in pensiero di lasciar successore Carlo di Luigi di Durazzo, unico germe superstite di Carlo IL, cui data avea in moglie Margarita, ultima figliuola del morto Girlo Duca di Durazzo , e di Maria sua sorella . Pur 11011 di meno , dopo la morte di Giacomo , tolto avea ili quarto marito Odone Duca di Brunsvich, prode militare: matrimonio, che forte alienò dalla Regina 1' animo di Carlo . Serviva costui Lodovico Re di Ungheria nella guerra contro i Veneziani , in aiuto di Francesco di Carrara Signore di Padova : e ben volentieri prestò orecchio agi' incitamenti del Papa . Coi mezzi somministrali dall' Unghero , implacabile nemico di Giovanna , ebbe Carlo delle truppe , e giunse in Roma , accolto con festa dal Papa , prima clic spirasse 1' anno 138o.
   Che nella nostra Regione si concepissero giusti timori di prossime guerre e turbolenze ; che