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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Antonio di Acito , a dieci ore di notte entrarono nella camera del Duca Andrea-Matteo, e lo ammazzarono . Gentile veniva dunque appellato anche Tuzzillo , foi-se }>cr vezzeggiativo , e diminutivo di Tuzio ; ed al . proditorio assassinio sarebbe cohcoi-so un fratello di Madama Letizia : :Antouio di Acito è quel desso cui Lodovico Migliorati , tiranno, di Fermo e di gran parte dell» Marca fé tagliale la testa al primo di Settembre dello stesso anno 1407. Non difìèrisce molto dal Necrologio di Atri una memoria rinvenuta dal Brunetti tra le schede di.Notar Anzillotto di Mosciano , la quale pone l'uccisione del Duca nou ai 17. ma ai la. Febbrajo . Una scrittura letta dal Muzj dic e solamente che Errico ammazzò il Duca , che gli si era fatto Compare . Possiamo però senza scru)iolo sup,>orre che la truce vendetta ordita dal marito , dai cognati , e foiie pure dal fratello , e dal suor cero di Allegrezza , derivata fosse da qualche altra intrinsichezza, passata tra lei ed il Duca , e non già dalla semplice , e leggiera sconcezza , la quale ia un protessa , o volume , compilato in favore degli Acquaviva , si fa comparire. Che poi 1' arrendevole Vittoria , ad onta della prevenzione di Andrea-Matteo y ed egli stesso , a malgrado de' concepiti sospetti , sapesse risolversi a pernottare in casa dei Melalini ; non dee ingerir meraviglia . L' impudicizia toglie il senno , e sono innuuierabili gli esempi delle morti violente , delle quali Cause or efficienti, or istrumentali , or occasionali furono le ree femmine . Il timore che gran pezzo agitò il Duca , seduto sul letto, fu probabilmente dissipato dulia speranza di difendersi , e di chiamare ajuto in caso di aggressione, durante il tempo che. sarebbe occorso per isfor-zare la porta r ma la misura presa antecedentemente di limare i cardini j tolse ogni via allo scampo. Mio Dio quale morte dovè essere al vostro cospetto quella di un altero , sopraffatto da amici traditori , e di un lascivo the spirò ni fianco di stolta e sfacciata concubina I
   Chi depose nel citato processo siegue a dire. » E trovandosi ( forse » nella Cittadella ) Diotajuti , crealo ( cioè servitore ) di Casa , quando » morì detto Signore , . andò subito a fare avvisati li figli del Signor^, che » stavano, a Morro , dell'a malissimo caso ch'era successo. » Esistono tuttavia in Morro notabili avanzi del Palagio, ove allora la famiglia di.Acqua-viva stava dimorando . Quolche espresso dovè correre pur anche in Aquila , ove risedeva il Conte di Carrara , Viceré degli Apruzzi ; giacché questi ne partì olla volta di Teramo nel dì 19. ( Antin. t. 3. cap. x. §. ai. ) del medesimo mese . Non sappiamo cosa il Conte operasse , giunto in Teramo . Sappiamo sì che la morte di Andrea-Matteo rimase per più di un anno invendicata : e saia vero quel che il vecchio Camillo narrava, cioè che Errico prima di uccidere il Duca ei-asi ben assicurato del compiacimento del Re Ladislao. Costa da una Risoluzione Parlamentaria del Genuajo del 14o8. ridotta in pubblica forma , colla quale si dispose la formazione di un regolare Catasto , a fine di soddisfare con imj>osizioni dirette ai Regj tributi , al salario degl' impiegati , ed agli altri bisogni dell' Università di Teramo , fi non più a via di dazj indiretti : costa , dissi , che a quell' epoca Errico godeva piena libertà , e tutt' i diritti civili ; dappoiché egli vedesi nel numero dei quarantacinque principali Cittadini , che la sottoscrissero : Ego Erri-cus do Melatalo praccheta testor , et tanujuam wius de dieta Univershaie me subseripsi, et signo quo utor signavi ( Muz. di. 3. ms. ). Ma 1' ira de'Grandi non a' iauiorza così facilmente per elasso di tempo. Aspra vendei-