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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IOO
   comò di Pietro de Monaliti Perugino , il quale vi restò Capitano , o Governatore . Sì fatta cessione , anzi clic nuocere , giovò alla prosperità «.li Teramo ; poiché , dice Muzj ( di. 3. ms. ) : » mentre stette sotto al domi-» nio di Braccio , clic furono tre anni , i suoi Olliciali si portarono di sì » fatta maniera che non pur fecero accostare i Teramani banditi alla Città , » ma nemmeno ardivano entrare nel territorio : onde la Città cominciò a » ripigliar la sua forma , tra (li chi , e negozj. >j Dallo sh'sso scrittore sappiamo che Giovanna, commiserando lo stato attuale di Teramo, fatta I' avea fianca dalla tassa straordinaria , detta della coronazione .
   Entrato negli Apruzzi il prode Braccio , dopo avere umiliato il Conte di Carrara , Signore di Ascoli , e presone il figlio Ardizone in ostaggio , che presto divenne uno de' suoi primi Uffiziali ; ridusse all' obbedienza della Regina i Conti di Loreto , c di Popoli : soggiogò Paccntro , Solmona , Campo di Giove , Castel «li Sangro : guadagnò Giacomo Caldora distinto Militare , finquì nemico di Giovanna , c che spinto avea parte degli Apruz-zcsi a prendere le armi contro di lei : e giunse in Napoli nel dì a6. Giugno , accolto con alti favori dalla Regina , e da Alfonso quasi contemporaneamente tornuto da Sicilia , con rinforzo di navi e di milizie . Fu quindi Braccio in grado di proseguire con maggior vantaggio la guerra contro il non meno intrepido Sforza . Prima eh' ci fosse pervenuto in Napoli , Ursoli-110 di Antonio e Nardo di Antonio Sindici di Teramo s' impegnarono a ri-vindicare per la Città «la essi rappresentala la mcllà del Castello e territorio di Arnaro , di cui era stata spogliala nel i4i5. sotto colore di compravendita dal nobile ed egregio Dottor di Leggi Giovanni Novello di Sora , già Luogotenente del Viceré Conte di Carrara . Abusamlo il Novello di sua autorità e delle peripezìe di Teramo, Dio sa se legalmente e giustamente nvesse comprato . Divenuto , insiem col Carrara , con Buccio di Sabina di Penna , con Leone di Lodovico , con Angelo di Leucio di Ofiida , e con altri , ribelle alla Regina , ed avendo commosso alle armi i luoghi ad essi soggetti , in favore di Luigi ; erano stati i loro beni confiscati , per sentenza data in Chicli , ai 19. Marzo 1420. da Cristofaro Gaetano Viceré di Apruzzo . Avrebbe potuto la Città profittare di occasione sì India per tentare la reintegrazione di un dritto malamente alienato ; ina in quale desolazione foss'ella caduta nel i4?-0. già lo abbiamo veduto. Ben se ne prevalse Pasquale di Riccio di Campii , Segretario della Rtrgina , dalla quale ottenne con diploma dei 3. Ottobre dell' anno stesso la confiscata metta , non solo a contemplazione de' suoi meriti , ma eziandio a riguardo di seicento e più ducati d' oro , clic Pasquale avea erogati del proprio , in servigio dello Stato . Piace riportare un tratto del diploma , spargendo esso gran lume sulla storia di quei tempi : Sane attendentes merita sincera; devotionis , et fidei viri nobilis Pasc/udis Riccii de Compio Provincia; Aprutii idtra Jlumcn Piscarìa:, Secretarii et Familiaris nostri ddecti , qua: omni vi , integritate fide , et constantia sununa cum diligentia , et sollicitudine , primo quidem serenissimo quondam Principi inclita: memorile Domino Ladislao dictorum Regnorum Regi reverendissimo , Protri nostro : consequenter Majestati nostra: in dubiis etiam rebus et tempestatiliis , variisque anluis negotiis , et agendis nostris intus et extra Regnum nostrum prwdictum hactenus pra-stitit . Signanter tamen existimantes animo crebra pericola, longas peregri/lationes , et impcrulia vario , qua: Paschalis ipse jam pridem cum