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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271
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stretto Braccio ad evacuare Lanciano , ed a difendersi in Bucchianico; ridusse alla divozione della Regina Ottona , ove celebrò il S. Natale , e prese per dodici giorni riposo . Deterniinossi allora a spingere in Aquila per le vie di qua dalla Pescara un rinforzo di cavalli e di viveri , sotto la direzione del valoroso di lui figlio Francesco e di Michele Atlendolo : intanto che col resto dell' annata avrebbe egli sorveglialo alle mosse di Biaccio di là dal fiume . Trattavasi «li proteggere e di animare il Convoglio al passaggio «Iella Pescara , che non altrove poteva tentarsi se non alla foce ; essendo la Città di tal nome presidiata dai Bracceschi . Ivi , mentre 1' intrepido Capitano , fermalo a cavallo in mezzo alle acque del fiume e del mare , incoraggiava i suoi al pericolosissimo guado , miseramente si sommerse ai Gennajo 14»4• Allora Francesco ritiiò le truppe ad Ortona , ed indi recossi per la strada di Benevento , ad Aversa , a dar conto a Giovanna dell' infelice esito dèlia spedizione .
Tcnncsi da quel giorno Braccio come in pugno la conquista di Aquila , a stringere il cui blocco inviò con buona fanteria Niccolò Guerriero, detto Piccinina . Egli stesso fatta altra leva di gente dai luoghi a se soggetti, vi si portò in persona , c convertì il blocco in durissimo assedio. Ricuperato di assalto Barisciano nella notte seguente alla solennità di Pasqua , ali. Aprile , ne inviò tutti gli uomini prigioni a Teramo . In ajulo de' Fiorentini , staccò al primo di Maggio Ardizone di Carrara con 4°°- uomini , il quale così tornò in Ascoli . Gli Aquilani intanto , ormai ridotti all' agonìa per la mancanza de' viveri , aveano spedito Simone dell' Abbate per chiedere pronti soccorsi a Papa Martino , alla Regina , a Luigi , ed a Francesco Sforza . liuoa per loro che il Cahlora , a premine del Papa , avea lasciato il servigio di Alfonso , ed ai la. Aprile avea consegnato Napoli a Giovanna , ed ai collegati con lei . Al Caldora ella ailidò il bastone del comando siili' armata destinata a liberare Aquila ; in cui fra gli altri militavano Francesco Sforza T Michele e Lorenzo Attendoli da Cotignola , Lodovico Sanseverino , Marino Rocca Ascolano , Perdicasse de' Barili Conte di Montodorisj , il Conte di S. Valentino , e Berardo di Acquaviva . Ai a5. Maggio essa giunse alle vicinanze di A.quila , ed al primo Giugno eseguì 1' unione col corpo Pontificio, comandato da Lodovico Colonna . Era parere del Piccinino e degli altri priinarj Uffiziali di Braccio clic si lasciassero i trincicramenli , e si andasse ad attaccare i nemici sulle alture : ma Braccio, pieno di baldanza e di orgoglio , dette agio al Qildora di discender dal monte di Ocra, e di ordinare le schiere sul piano , nella mattina de? 2. Giugno i4J4' Durò sette in olto ore la sanguinosa mischia , nella quale sì Braccio che Sforza fecero prodigj di valore . Pendeva la vittori.i indecisa , quando gli Aquilani , guidati da Antonuccio Camponescbi , sortiti a folla , presero i Bracceschi alle spalle . Entrò fra costoro da quel punto lo scompiglio e la rotti . Primi a fuggire furono Gio-Paolo Orsini ed il Conte di Popoli . Il Piccinino , dopo essersi coperto di gloria , cadde prigione del Conle di S. Valentino . Braccio difendendosi da disperato , avea ili fine data ad un soldato , Insilino di nazione , la parola di rendersi al Caldora , quando , contro il dritto delle genti , da certi Perugini della fazione de' Raspanti a Braccio nemica e da un tal Folignate rimase con più colpi mortalmente ferito . Sopmvvetme Caldora a difenderlo , a confortarlo , ed n farlo trasportare in uni casuccia , da torco-iare. Davano i Chirurgi qualche speranza della guarigione di Braccio, allo»-