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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   della compra del i3g3. perche Giosia voleva farsi strada al dominio di Teramo pel suo proprio vqulaggio , non per quello del pupillo ni,>ote . Anzi, mediante Catarina. Riccardi , madre e balia di questo, ei si l'è cedere tutt' i diritti di Andrea Matteo II. sopra la Città di Teramo , dentro lo stesso anno ì474- 50110 c°l°re di compravendita . Nell'anno medesimo tolse in moglie Margarita , sorella minore di sua vedova cognata, figlia anch' essa di Francesco Riccardi, potente Cittadino di Ortona , e Signore di molte Terre ( Bruuect. iu scUed. et lib. a. p. 124. ) .
   Giovanna confermò 1' elozione r non a vita di Giosia , ma a beneplacito di lei : rilasciò per altro 1' ordipe della consegna della Cittadella , di cui ebbe Giosia il possesso, non a' 18, Giugno, come Muzj Scrisse ( di. 3. ms. ) ma agli 8. Luglio , come fu segnato nel Necrologio ( ex Riccan. et Antin. ) : Jnno Domini 1^4- decima Jwiii , post mortem domini Braclùi de Montone , dominus Josias de Jquavivu intravit liane Civita-tem Terami, de mandato et vol\uitate Reginac. Joliawiae II. ( lo spirilo di prte o la pura ci renda scusabile la supposizione del Canonico registratore ) : et die octava mensis Julii dicti anni, prcedictus dominus Josias ìiahuit et recepit possessionem Ciptadellae dictce Civitatis Terami. Esaminiamo ora tre cose : in che quabtà Giosia considerò se stesso , e fu considerato dai Teramani : come la Regina riguardò la Città , e Giosia : cosa addivenne di Andrea-Matteo II.
   Giosia considerò se stesso c fu considerato dai Teramani come vero Feudatario . Erasi egli recato iu Cellino , ed ivi diede le risposte ad olio capitoli , a lui presentati da parte della nostra Università , ai 2. Agosto 1434. Si chiese nel 1. la remissione di qualsivoglia delitto, e la conferma de' privilegi . Placet . Si cercò nel 2. che il Vescovo Stefano di Carrara piò non esercitasse giurisdizione nè per se , nè per mezzo di Vicarj , per essere nemico capitale della Città , e dello Stato : clic se gl' impedisse la percezione delle rendite ; e si procurasse la rimozione , o traslazione di lui. La decretazione di Giosia fu : spettando al Papa , farà il possibile per sua parte . 3. Che i fuorusciti , specialmente i discendenti dell anima infelice e maledetta di Errico de Melatino : Berardo , e Giovanni , figli di Niccola Paladini , e loro progenie : Notar Bucciarello di Antonio , e sua prole , fossero banditi in perpetuo. Placet, rispose Giosia, rapporto al passato , ma riserbò al suo arbitrio 1' avvenire . 4- Clic tutte le cause civili e criminali , anche in appello , e così le pene , avessero a cominciare ed a finire iu Teramo. Placet. 5. Che le gabelle, imposte a tutto Agosto 14^4-s' introitassero dall' Università , come pure ogni arretrato: e ciò iu compenso della spesa fatta nell' armamento dei Fanti , in servigio di sua Signoria . Placet , a condizione che la Città pagasse il Castellano , e gli Ufliziali . (3. Che gl' Impiegati Civili , cioè Reggimento , Giudice , Notajo de' capitoli , Ufliziali delle Guardie, Depositario, Erario, Camerlengo, Capi de'Sestieri, Razionali , e Sensali si eleggessero dall' Università : e che a questa appartenessero i proventi dei medesimi , come un sussidio pe' salarj , che ad essi aveva a corrisi*»)dere . Placet : ben inteso che la conferma delle elezioni spetterebbe a Giosia. 7. Che le sprtale della Corte del Capitano , deputato da Giosia nel criminale , fossero della Città , come pure il peso di pagargli il soldo , e che desso non avesse ad aumentarsi oltre i cento cinquanta ducali annui, secondo un Regal privilegio , e quanto crasi usato ai tempi del