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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   padre di Giosia . Accordò costili la domandata percezione : ma volle clic Io stipendio del Capitano fosse portato a dugonio ducati : e riserbò a se le cause di lesa Macsta , omicidj , furti , adulterj , stupri , violenze , ferite , iu-cendj con dolo , e qualche altra . 8. Che Giovanni Fazj fosse mantenuto nel possesso di Ripa-RaUieri , incorporata a Teramo . Placet . E notabile che Giosia non assunse vcrun titolo , nò la Città glie ne diede direttamente alcuno, benché obliquamente lo riconoscesse per Signore . Il Sindaco nel fare riassumere questi capitoli in atto pubblico da Notar Pietro di Buzio ili Giacomo ai 14. Febbrajo 1li disse convenuti coli' illustre ed eccelso Giosia di Acquaviva , e nulla più. ( in Ardi. Civit. ).
   La Regina frattanto continuò a riguardar Teramo con amorevolezza . Sane attendentes, ò in un diploma datato in Avcrsa , al i. Ottobre t 4 a5. ( Ibid. ) sincere Jìdelitatis Constantiam Univcrsitatis et hominum Civitatif Tenoni etc. noe non considerantes dampna varia realia et perso-naliti , qute iidem Universitas et homines passi sunt prò nostra fidelitata illibate servando , ex qttibus sunt eomm pristinis Jacultatibus et /oculari-bus taliter diminuii, quod ad solutionem collectanim nostrarum Fiscaliam redduntur quodammodo impotentes; accordò la condonazione di tutte le collette per tre anni, a contare dal x. Settembre di quell'anno, e confermò la riduzione in perpetuo di ciascuna colletta da quarantun' oncia a dodici . Ebbe senza dubbio Giovanna in mente 1' interruzione , operata dalla prepotenza di Braccio , nel godimento della settennale esenzione da lei rilasciata , in ristoro dei danni cagionati da Lordino. Parimenti da A versa , nel dì 4- Febbrajo 14^G. ad istanza di Nanne di Cola Angclucci e di Giovanni Buzj nostri Sindaci , concedè la Fiera iti platea Fori, per dies quindecini conti-vuos , numerandos a die octavo mensis Maji , et finiendos per totum vi-cesimtm tertium dic.rn mensis ejusdem : nuncupande si quideni nundine beati Michaelis Archangeli , quod est de dicto mense : con franchigia ai Mercanti Regnicoli ed agli esteri , purché declinassero per mare ad portum, seu piagata Saneti Flaviani. ( ibid. ). Di genere ben diverso è una terza grazia della Regina , un Indulto cioè ai Camplcsi, rei di avere uccisi alcuni soldati di Giacomo Caldora , i quali usciti dal Castello di Ancarano si nveano permesse delle devastazioni nel tenimento di Campii . Il Brunetti ( Ep. de Campi, p. 32. ) assegna a tale indulto l'anno i425. Ma se i Caldorcschi presidiavano Ancarano in occasione della guerra di Valle di Tronto , com ei confessa ; bisogna assegnargli più tosto il i4^G. allorché Papa Martino V. spedì il Caldora con un esercito a ritorre Ascoli dalle '' mani di Obizone di Carrara, ed a ridurre di bel nuovo quella Città all'immediata soggezione della S. Sede .
   Quello però che più c' interessa di sapere si è se Giovanna 11. avesse rolla sua sovrana autorità suggellato il feudale dominio di Giosia in Teramo. No , risponde Muzj , il quale osserva che la Regina , consigliata dalle circostanze , non ispiegò inai se riguardava Giosia qual Governatore o qual Signore della nostra Città . Adduce in pruova un Ordine di lei de' 14. ( nel mio spoglio delle carte dell' Archivio Comunale leggo 4- in vece di i4- ) Febbrajo 1426., col quale annuendo a doppia petizione dei Sindaci, accordò per un certo spazio di tempo 1' esenzione dai pagamenti a chiunque volesse riedificare le case degli Antonellisti , gittate a terra nel i4i6. o quelle de' Melatinisti , dirute nel 1420 : e represse la frode di coloro, i quali fin-