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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ben misurare le parole , riguardo ai Personaggi potenti . Fece perciò scolpire in pietra due teste di prospetto , colle lingue trafitte da un compasso : ed il motto a Io parlare agi mesura : quale pietra fò murare nella facciata di sua casa , sulla strada fra S. Domenico e Porta Romana , oggi posseduta da Francesco Frùwipe , ove tuttora si può vedere .
   Muzj , clie con tale racconto chiude il terzo dialogo , prosieguo a dirci nel quarto che gli Antouellisti o Mazzaclocchi furono indi iu poi ben veduti c favoriti da Giosia, cui più non piacendo l'abitazione della Cittadella; altra in brevissimo tempo ne fè costruire , a modo di Forte , a capo della Città , ove diccsi Porta S. Giorgio : avendo a tal fine requisiti tutt' i fabbricatori , e le bestie da soma in Teramo e nel territorio , ed altri operai, carri , ed animali Tatti venire da fuori : il tutto non sino magna civium impensa , come avea una scrittura letta dal sullodato Autore . Ov' era la Cittadella è verisimile che stato fosse il Pretorio de' Romani in Interamuia , della quale esso formalo avrebbe 1' estremità a Maestro . Ma prolungata la Città nella riedificazione del secolo XII. verso Ponente; la situazione della Cittadella perde ogni vantaggio di dominazione e di aria . Se ne riconosce la superficie sopra Porta Vezzola , nella parte più elevata del mio Orto , e nella parte più settentrionale del Largo , detto corrotta mente della Cittarel-la . Alle ragioni politiche e sanitarie poteronsi unir benanche quelle che suggerisce 1' orgoglio . Un Castello più vasto , e più magnifico , pareva che convenisse ormai alla grandezza di Giosia .
   Non contento di tante e cosi belle Signorie , ei tentò d' impadronirsi di Ascoli , nella primavera del i432. sebbene il tentasse iu vano ( Mareuc. ih. n. 172. ) . Ebbe però in potere la Città di Jesi , donde il Conte Francesco Sforza fece liberamente uscire il presidio di lui nel 14^3. allor quando , ad istigazione di Filippo-Maria Visconte Duca di Milano , venne con Lorenzo Atlendoli da Cotignola a sottrarre la Marca dall' obbedienza di Eugenio IV. Astretto costui da imperiose circostanze , dovè contentarsi ai 2J. Marzo del seguente anno 14^4• che quella Provincia goduta fosse dallo Sforza , a titolo di Vicariato , di lui vita naturale durante : e se lo affezionò in oltre col dichiararlo Gonfaloniere di S. Chiesa . I Camplesi , cred' io , palpitavano di paura chc all' intraprendente Acquaviva non saltasse talento di unire agli altri suoi Feudi quella confinante florida Terra . Fermi però nella lor vecchia politica di mostrarsi i decisi alleati ed amici dell' Acquaviviana famiglia , fecero pompa nel i43a. di una Patente ottenuta , in data di Cellino , da Giosia, di ]>otcr essi liberamente comprar vettovaglie in tutto il suo Stato ; stante la particolare affezione , eh' ei nutriva per Compii ( iu Arci). Camp. ) . E quantunque il dominio di Giosia riuscir dovesse pesante ai Teramani, pure è indubitato eli' eglino stellerò meglio sotto di lui che in mezzo alle intestine fazioni , le quali gli aveano per lo addietro lacerati . Arguisco un certo stato di floridezza della Città nel tempo di cui parliamo , dall' aversi potuto erogare assai notabile dispendio nel lavoro del superbo palliotto di argento , che ancor si conserva e si adopera nella Cattedrale , intrapreso nel 1433- ed ultimalo nel 144^- Presenta esso sul mezzo il Salvatore , avente in mano un libro in cui si legge : Ego sum lux Mundi , via , veriias , et vita . Stanno al lato destro i quattro Evangelisti , con cartelli esprimenti le prime parole de' rispettivi Vangeli : ed al lato sinistra i quattro Dottori della Chiesa Latina . Gli altri quadretti, ne' quali il Pai-