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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271
i.3
ostante gli Aquilani , dopo elasso non lungo tempo , acclamarono Renato, in cui nome la Regina Isabella loro accordò ampj privilegj ai a5. Gennajo i43(ì. Venuto ncll' anno stesso negli Apruzzi Giacomo Caldora , militante per 1' Angioino , disgustò colle sue taglie tanto i popoli , che Solmona e Penne alzarono le bandiere Aragonesi . Tornò Solmona dopo tic mesi all' obliedienza ili Renato : ma Penne , sottomesso a vita forza dal Caldora e dagli Aquilani , soflii gravissimi danni . Sull' entrare di Ottobre Minicuc-cio Ugolino di Aquila , eh' era al soldo di Alfonso , prese Pescara : il che cagionò la sollevazione di Chieti , alla quale Città quantunque il Caldora mettesse campo , pure altro non potè fare che saccheggiarne il territorio . Nemmeno all' Apruzzo Aquilano mancarono malanni, per le ostilità tra Francesco Piccinino ed altri Capitani di Alfonso da una parte : ed il Patriarca Vitellesclii Comandante le truppe di Eugenio IV. divenuto protettor di Renato dall'alti a .
In mezzo a sì fatti trambusti , sembra clic ai nostri Rcgionarj riuscito fosse il serbare un saggio indifferentismo politico . Ciò si rileva dal non trovarsi segnati nei pubblici atti nò gli anni di Renato , nè quelli di Alfonso , ma sì bene adoperata la forinola : Regno Sicilie suo Regc vacante , ed il più delle volte coli' aggiunta , per mortali serenissime Johanne secunde olim Regine . Così si legge ( prescindendo da altri esempii ) in due istru-nicnti , rogati in ('ampli da Notar Francesco di Antonio de Amano , uno ai ai. Marzo 14^5., 1'altio agli 8. Novembre 1438. , appartenenti entrambi alla famiglia Jannuzj , e perciò conservati nell' archivio del Monastero di S. Onofrio erede de'Jannuzj. Così si legge iu tre istrumcnli stipulati in Teramo . Il primo da Pietro di Buzio di Giacomo , ai ir). o di Marzo , o di Maggio 1437. , di cui si è dato conto nel Cap. XXXVII. Era a qucll' e, oca tuttora Giosia padrone di Teramo ; eppure si conosce che non aveva obbligati i cittadini a professare la sovranità ili Alfonso. Il secondo da Angelo di Cicco di Rocca S. Maria., ai 3. Febbrajo i44°- ¦> il cui originale è jirisso di me , relativo ad una compra-vendita di terreno , ove si ravvisa ihe il ducato costava di sessanta bolognesi. Ed il terzo da Mattuccio di Lello di Cicco , ai a5. Febbrajo t44°- riguardante la vendita che Bartolomeo Berarducci di Teramo 1>Nce di una casa e di 1111 orto nel Sestiero di S. Maria a Bitctto ( Ardi. S. Jo. 11. -5. Così finalmente si le«'fe nelle Assise o sieno Statuti Municipali compilati nell' anno stesso . E benché nel i44o. Teramo dominato l'osse dal Conte Francesco Sforza propenso all' Angioino ; ciò non pertanto si scorge eh' ei non costrinse i Teramani a dichiararsi . Soltanto vi ha indizio che i nobili Gio. Filippo e Gio. Pietro , Signori di Poggio-Umbricchio , spiegassero partito ; poiché si veggono invitati ad accedere ad una tregua fra gli Aquilani , i Conti della Provincia, e le Terre della Montagna , promossa dal Piccinino , nel 1437. ( Antin. in sJi. ) .
A bene comprender ora come la signoria di Teramo dall' Acquaviva ]«issasse allo Sforza , giova ricordare che Ascoli , come il resto della Marca, era soggelta al Conte Francesco . Geloso della potenza e della gloria di costui il Duca di Milano Filippo-Maria , si diede a via di messi e di denaro ad aizzare Giosia , perchè entrasse nella Marca a danno dello Sforza . Il segreto trattato maggiormente si strinse nel 14^7 - quando il Conte guerreggiava in Toscana , in qualità di Generale de' Fiorentini. Fra le Schede del 1 5