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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   colto coi possibili onori , per le disposizioni prese da Marco Ranerio figlio di Giacomo , mentovato nel Cap. XLVI. Capo del Reggimento . Contemporaneamente Giosia riebbe S. Flaviano , o.per suo stratagemma , o per volontaria cessione dei soldati di Francesco : Ejus mililes Juuc ( Josiac ) reddidisse anno 14/\3. ex J~ragmentis annalium Firmanorum ( Lib. 2. cap. S2. ) : ex monumcntis vero Aquivivorum , stratagemmate illud recuperasse , liabemus ( Bruncct. lib/ 2. p. 3i. ).
   Fra Giosia al seguito del Sovrano , e pel merito di sua costante adesione alla causa Aragonese , tenevasi in pugno il ricupero della signoria di Teramo . Ad eccezione de' Mazzacloccbi a lui aderenti , questo pensiere affliggeva , e costernava i cittadini . Fattosi coraggio il virtuoso Ranerio , risolse di supplicare Alfonso perchè conservasse nel suo Regal demanio la Città , nò la restituisse a Giosia : ed eseguì la risoluzione senza prezzare i suoi proprj pericoli, e le dissuasioni degli stessi suoi colleghi del Magistrato. Muzj gli mette in bocca un' arringa , ove il vizio dei diritti degli Acquaviva , 1' isserò cioè eglino stati introdotti a Teramo due volte , e sempre da alcuni faziosi cittadini , ìm])Otcnti a soddisfare da per se stessi ai loro sanguinosi appetiti , sta ben rilevato : arringa ( egli scrive ) interrotta da basso , e supplichevole mormorio di alcuni cittadini, i quali si erano inginocchiati avanti al Re : e inette in bocca a questo la risposta , colla quale , dopo avere rialzati da terra i cittadini , amorevolmente li confortò a stare ili buon animo , perchè non sarebbero defraudati uellc loro ragioni . Informato Giosia del modo favorevole, con cui la rimostranza era stata accolla da Alfonso , non mancò di presentategli ,' ed cspoi-gli clic quando i suoi lunghi e fedeli scrvigj noi rendevano meritevole di aumento di dominj ; meritavano almeno eh' ci 11011 venisse privalo di quanlo così egli , come il padre, c l1 avo aveano per molti anni possiiluto : ed e ben presumibile elio nou si lesse dimenticalo di ricordare la compra del i3p3. Ma il Re , a viso aperto , gli risjKise di voler conservare la Città nel suo antico demanio . Corrisposero ai detti i falli ; mentre avanti di riprendere la via di Napoli , Alfonso pose 1111 Comandante nella Cittadella, il quale la tenesse iu suo nome. Avendo Giosia conosciuta la ferma volontà del Re , si partì anch' egli da Teramo , pieno di dispetto , varj pensieri fra se ruminando .
   Avanti di dire lo sconsigliato partilo , cui Giosia si appigliò per occupar nuovamente la perduta sospirata signoria della nostra Città ; ci conviene ricordare che Eugenio IV. nel dì G. Settembre dello stesso anno 1443- trasferì alla Chiesa Aprutina FRANCESCO Monaldeschi Vescovo ( trai conosciuti ) XXXIX. Ughelli nella serie de' nostri Vescovi lo chiama semplicemente Francesco : nella serie poi degli Ascolani , Giovanni Francesco : e collo stesso doppio nome lo appellano 1' Andrcantonelli ed il Marcucci. Noi ci contenteremo soltanto del secondo, come il solo die leggesi nell' unica bofla , clic io abbia trovata di questo Vescovo. Essa ha la data tic' 10. Maggio i44'3- e porta il titolarlo ai, Giacomo Ranieri di Norcia , Canonico Aprutino, e S icario Generale di Francesco de' Monaldeschi tli Oivieto Vescovo Aprutino, dal clic possiamo congetturare che questi amasse poco la residenza . Colla medesima viene costituita Badessa di S. Chiara di Teramo Caleruzia Onofrj di Teramo, dietro la spontanea. rinuncia di Rita Muzj , anche di Teramo ( Archiv. S. Jo. 11. 54. )- Era il Monaldeschi slato Vescovo della sua patria , donde , come fazioso , cacciato in esilio da Eugenio IV. lunga pezza rimase seuza governo ;