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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IJ'ic nobis il ics infaustus fttit ctrrfc fortìssimonmi Juventini , qtd crtm riputi . In cili Fumaroli privliarentur aeriter iti Itosies , orcubnc'unt. Tu bis Juit iiccriiiuus adolescens Joanrres, quem jactus quadrati lapidis ab excel sa iurra si a tini it.vaniriiein in terra stnivit. Fodem die referente MC C C CI.VÌIÌI. ( hrttores ad Fcrdinaridu/n de auxilio pefendo frustra C ivitas rnisit . Nam Ferdìuandus curii Principe Tarentinontni foedns percufirns T violata Jitle jiLijurandi , et privilegi/mini chirografo penitns irrito , qua• Civibus nostris tribucrat ; Adriani , Terarnuni , et Silvani Josim tradidit . Nos cimi omnibus iis , qicns Josias oderai , diversa loca petentes , Patria migntvinius. Qucst' ultima spennata chiaro addimostra che il Canonico ^storiografo era Spennato . Dolendosi con fa ni' amarezza della mala fede del Re , mostra pure che non sapesse il segreto conforto, che onesti dato avea agli Oialori, i quali confidato soltanto lo aveano al Magistrato. Alla generalità si era dotto essere assoluta volontà del Sovrano che Teramo si sottoponesse a Giosia , perchè tale era stata la Regale di lui parola .
   Impunemente allora ripatriarono quei sette Mazzaclocchi , eccettuati da Alfonso dall' indulto , compreso il superbo Marco di Cappella , il quale fin qui erasi trattenuto in Oflida . Costui colla solita audacia presentossr un giorno al Magistrato, dicendo parergli espediente l'invio di un Ambasciatore al Principe di Taranto , onde ringraziarlo dell' operato , pel quale veniva la Città liberata da gran numero di tiranni : ed esibì se stesso al disimpegno «li tale incarico . Si strinsero nelle spalle i Sigg- del Reggimento , nfe altro seppero lare di meglio che dare al di Cappella in compagni due altri cittadini Stefano del Grasso , e Cristofaro di Caterina . Trovarono costoro il, Principe in campo non lungi da Spinazzola , ed esibite le credenziali Marco non dando campo ai Colleglli «li aprir bocca , sfoderò tutta la sua eloquenza nel render le grazie . Quindi mirando più al sole nascente , clic a quello prossimo a tramontare , fè istanza che il possesso di Teramo si desse al Conte Giulianfonio , amato e desideralo da tuttT i cittadini . Era presente il Conte , il quale si protestò di non volere far torto a Giosia suo padre, c he altra volta tenuta avea la signoria di Teramo : moderazione rispettosa , cui il suocero fè plauso . Determinato così il possesso per Giosia , i più compromessi tra gli Spennati presero volontario esilio . Uno di essi , passando vicino la Chiesa di S. Pietro ad Azzano , volle in un muro di questa lasciar memoria di sua disgrazia, scrivendovi: che nel mese di Maggio 1 Teraino , Atri , e Silvi caddero sotto la giurisdizione del Sig. Giosia di Acquaviva , essendo a ciò stato forzato il Re Ferdinando dal Principe di Taranto. Per la quale cosa tutti gli Ottimati di Teramo erano emigrati : segnatamente la famiglia Forti , 1' intera casa di Marco Marrhionni , ed altri nobili , ai «piali era stata più cara la libertà che la vita , c più lo spontaneo esilio , clic IVobbedicnza ai tiranni : in exilium sponte pixtfiero , ne tirannis parcarri. È cosa singolare che i Mazzaclocchi non avessero latta « anci llare questa per loro ingiuriosa iscrizione , e che durasse a«l essere leggibile anche ai tempo «lei Mtizj .
   Fu nel dì 17. Maggio che in Teramo comparve il Viceré «Iella provincia , deputato «la Ferdinando a dare il possesso a Giosia . Convocato il Parlamento ci mostrò il Regio diploma , ed esortò ciascuno a«l ubbidire , sotto pena della Regale indignazione . A lui rispose il Cancelliere , in nome di tuli' i Consiglieri , clic la Città esattamente ubbidiva a quanto la M. S.