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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   avea comandato. Nel seguente giorno de' 18. fé Giosia il solenne ingresso in Teramo , corteggiato dai Cancellieri del Priuci,ic di Taranto , dal Conte Giacomo Piccinino , e da altii Signori . Al ponte «li l'ordino l'u ricevuto dal Magistrato sotto baldacchino di velluto verde guernito di frange d' oro , e dalla scorta di dodici palafrenieri scelti dall' Università , capo de' quali era Marco di Cappella . Lo precedeva il Clero Secolare e Regolare proccssio-nalmente , ed in abiti sacri , cantando il Te Daum , ed altri Inni : e lo attorniava una moltitudine di fanciulli con rami di ulivo iu mano, gridando: Duca, Duca. Viva, Viva il Sig. Giosia. Pcrvcuolo questi ai gradini della Cattedrale , smontò da cavallo , cutrò iu Chiesa , orò avanti 1' Altare maggiore , ove dai Sigg. «lei Reggimento gli furono consegnate le chiavi della Città. Rimontato a cavallo, ne discese alla Cittadella . Tosto 1'intrigante di Cappella , salilo sul cavallo medesimo , corse con entusiasmo tutte le strade di Teramo : e giusta un costume , bisognò che Giosia ricomprasse quel cavallo . Gol prezzo che fu di sessanta ducati , i palafrenieri si comprarono le calze alla divisa della livrea degli Acquaviva . Nel dì seguente de' 19. fu nelle solile forme , e con pubblico istrumento , prestalo il giuramento di vassallaggio al novellò Signore nella .Chiesa di S. Matteo , non discosta dalla Ciltad«?lla. Da lì a jiochi giorni sopravvenne la Duchessa Margarita moglie di Giosia , cui si fece precedere un carro trionfale , accolta parimente sotto baldacchino , e col suono festivo delle campane . Feste , danze , e convili non mancarono in un popolo , naturalmente portato alla gaiezza : tanto più che Giosia comiuciò 1' esercizio di sua autorità con grande moderazione . Non tralasciò bensì «li nominare il Capitano , ed il Giudice per P amministrazione della giustizia , il Comandante della Cittadella : e di far dipingere il suo stemma sopra le porte della Città , ed in altri pubblici sili .
   Osserva il Muzj che indi in poi Giosia fissò sua residenza iu Teramo , donde rare volle parlivasi . Ne dà una pruova in un rescritto , datato in Ciptadclla nostra Terami, dei 3. Novembre 14'>9., dal quale puranche rileva che Giosia non assunse altro titolo che di Signore della Città nostra ; essendo così concepito il suo titolario : Josias de Aquuviva Terami Dominus , Dax Adria-, , S. Flavianique Comes-. Cd io jiotrci aggiungere che lia pur la data di Teramo una lettera , con cui Giosia , a' 24. Settembre 1459. pregò il Magistrato di Chieti a prorogare il congedo di Paolo di Valle, Giudice di quella Città : per quanto raccolgo dall' epitome delle scritture dell' archivio di Chieti del Sig. Gennaro Ravizza , Consigliere onorario della suprema Corte di giustizia , ed Accademico Ponlauiano . È più cousono alla verità per altro il dire che Giosia alternasse il soggiorno fra Teramo ed Atri . La sentenza de' iG. Giugno i4i6. in favore delle Monache di S. Chiara di Teramo , della quale si è parlato nel Cap. XLYI. era rimasta infruttuosa . Giacomino di Vetto non avea restituito mai 1' Orlo alla Fonte Agenzana ( oggi di S. Giuseppe ) il quale era passalo nelle mani degli eredi di Marco Ranerio . Ricaduto Teramo sotto il dominio «li 1-1' Acquaviva , ben conobbero le Monache esser giunto il momento per loro favorevole ; stante la mala disposizione che naturalmente Giosia aver dovea verso la memoria del virtuoso Ranerio . » Mo ( dissero nella supplica ) che » l'alto Dio ha conceduto che la dieta Città è tornata in mano «Iella Vostra » Illustre Signoria . » Nè s' ingannarono . Due rescritti clleuo impetrarono