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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271
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Volgare guerriero , ihe nel Gennnjo del 146o. trovavasi accampato [ircsso Moscufo . Ciò non impedì clie la Città di Aquila non alzasse , nel giorno di Epifania , le bandiere di Renato , per opera di Pietro Lidie Camponeschi , Conte di Molitorio , istituito da Renato suo Viceré negli Apruzzi , e che trasse al partito Angioino Ortona , per mezzo de' fratelli Benedetto e Francesco Riccardi , e parecchi Baroni . I pccsi de' Marsi , e Solmona si mantennero ih Ila divozione del legittimo Principe . Ma Giovanni , già intitolato Duca di Calabria , rinforzato dai Baroni ribelli, scorrendo Terra di Lavoro, e la Puglia , ridusse alla sua obbedienza buona pai te del Regno ; cosicché a Ferdinando non rimanevano ormai che i paesi fortificati di Apruzzo , e di Calabria , oltre la Capitale . Peggior piega presero gli alibii di lui in Aprile , quando si presentò alla nostra frontiera il rinomato Giacomo Piccinino con un' armata , che levata avea col denaro somministratogli dal Principe di Taranto . Mossosi dalla Romagna , giunse per la via Flaminia a S. Benedetto , e dopo due sole ore di riposo, pervenne al guado di Tronto circa un' ora di notte . Rotti gli argini , e spianati i ripari , egli fu il primo a porre il piede sulla sponda destra , e seguito dai soldati , arrivò dopo mezza notte a Colonnella , ove accese molti fuochi , i quali servir dovevano di segnale di sua venuta al Duca Giosia . Prestò costui ogni ajuto al Piccinino , che riunite a se le genti e le artiglierie inviate per mare , e sbarcate a S. Flaviano , valiiò il Vomano , e s' impadronì di Città S. Angelo , di Penne , e di Loreto . Gittato quindi un ponte sulla Pescara , si fermò sul territorio di Chicli, per aspettarvi Giulio da Camerino, condottiero di quattro squadre di cavalli, da lui stipendiali : e sei \ ide arrivare di fatti, do] o gli amichevoli trattamenti riavuti da Giosia nelle sue Terre marittima . Il Virerò Matteo , non avendo forze sullicicnti per opporsi agi' invasori , limi-tossi a badaluccare con essi , a molestarli , ed a contrariare alla meglio i loro avanzamenti .
Avrebbe Ferdinando , completamente rotto a Sarno nel dì 7. Luglio , infallibilmente perduto il Regno , se 11011 avessero continuato a soccorrerlo Papa Pio IL e Francesco Duca di Milano . Avea quest' ultimo , fin dal Marzo , dati due mila cavalli a Buoso Sforza suo fratello , con ordine di unirsi ad Alessandro Sforza Signor di Pesaro , altro loro fratello, ed a Federigo di Monte-Feltro , Conte di Urbino , per impedire al Piccinino 1* entrata nel Regno . La celerità del Piccinino avea eluso questo disegno , onu' eglino fatta massa a Porto di Fermo , dietro le orme di lui passarono il Tronto , e tolsero a Giosia S. Flaviano . Al ciò intendere il Piccinino risolse tornare indietro per combattere , rallòizandosi prima colle genti dei Caldora , partitanti Angioini . Trovaronsi i due nemici eserciti a fronte , vicino S. Flaviano ( erroneamente detto S. Fabiano non solo dal Corio , e dal Sansovino , ma anche dal Muratori ) separati soltanto 1' uno dall' altro dal corso di l'ordino . Non ne seguì tantosto la pugna , avendo per qualche tempo i due Generali Sforzeschi attrso a fortificarsi contro il Piccinino , più vimlaggiosamcutc postato in un' eminenza di là dal 'l'ordino : ed avendo cosini voluto prendere prudenti misure , trattandosi di due militari di grido . Ma nel giorno 27. Luglio avvenne che Saccagnino, Ulliziale del Piccinino, uscendo fuori del campo con pochi cavalli , e con buona mano di fanti scelti , guazzato il fiume nella pianura che giaceva Ira i due eserciti , provo*ò alla zuffa gli avamposti Sforzeschi. Costoro , avendo alla testa Marcantonio