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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271
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Torella , il respinsero con perdila di là da Tardino . Il Piccinino spiccò in •soccorso del Saccagnino Giulio da Camerino , con grossa banda di soldati : c dall' altro canto Alessandro inviò selle squadre di cavalli in ajuto del Torcila . Impegnandosi in tale guisa un' azione generale , circa le ore venti ; il Piccinino divise la sua armata in tre corpi , ailidando a Silvestro Licinio il centro , al Conte Giovarmi Romani un' ala , a Raimondo Anichino 1' altra , ed a se stesso riserbando 1' accorrere ove fosse stato mestieri . Le disposizio-,ni dell' altro esercito furono prese dal solo Alessandro , trovandosi disgraziatamente infermo il Conte di Urbino . Aspro ed accanito fu il combaltimcn-•to , tanto più che tratlavasi di sostenere la riputazione della scuola di Brac--cio da un canto , e del vecchio Sforza dali' altro . Sopravvenne la notte , ne per ciò si dej>Osero le armi . Finalmente il Piccinino , dopo avere più volte tentato di penetrare negli steccati degli avversar] per via di luoghi palustri , senza chc gli fosse riuscito , perchè naturalmente difesi dal fiume , ordinò verso le ore due della notte che il destro e sinistro corno del suo esercito urtassero con empito la banda più. debole dell' armala nemica . Ebbe tale successo questo movimento che dessi trapassarono fino alle porte degli alloggiamenti Sforzeschi , con uccisione e prigionia di molti . Sarcbbesi la vittoria dichiarata pel Piccinino, se il Conte Federigo, dalla necessità astretto , non si avesse fallo porre a cavallo , e non avesse rianimati e rinforzali i suoi con gente fresca . Andato fallito il colpo al Piccinino, ei fu il primo a battere la ritirata circa le tre ore , attendendo pel resto di quella notte a slare in guardia , ed a fare grossi fuochi coi frammenti delle aste rotte .
Il nuovo sole del a8. fece conoscere quanto atroce slata fosse la pugna, durata sette ore . Il piano di quà da Tordiiio , chc n' era stalo il campo, vedevasi coperto di cadaveri , di sangue , e di anni : nò altro si udivano che strida de' feriti , e lamenti di chi deplorava o la perdita O la prigionia degli amici. Spettacolo tanto più orrido , quanto meno crasi decisa la vittoria . Lodovico Lazzarelli , di cui avremo a ragionare negli Uomiui illustri , allora giovanetto , scrisse in versi eroici la storia di sì famosa battaglia , che disse avvenuta vicino S. Flaviano , a dieci miglia da Campii. Fece ascendere il numero de'morti a mille Fanti, e ad 800. Cavalli. Stettero Federigo ed Alessandro tutto quel giorno fermi ai loro posti , ma temendo che i nemici lor chiudessero i passi , o lo chiudessero alle vettovaglie ; si partirono segretamente nella vegnente notte coli' esercito , ed a mai-eia sforzata si ritirarono a Grotte a Marc . Non mancò di seguitarli il Pic-ciniuo , chc pervenuto anch' egli al Tronto , mostrò intenzione di raggiungerli , e nuovamente attaccarli . Il dissuasero i Caldorcschi e gli altri seguaci del partito Angioino , ai quali davano soggezione e timore Matteo di Capua , Alfonso ed Ionico Davalos , ed Irmico di Guevara alloggiati nel A'asto con grosso numero di cavalli . Quindi il Piccinino si ridusse sul Chietino , assediò il Viceré Matteo , e scorrendo quà e là , sottrasse quasi lult' i paesi degli Apruzzi dall' obbedienza a Ferdinando .
Nel i4<3o. in somma la fortuna si mostrò avversa anzi che no all' Aragonese , ma nel seguente i4(>i- cominciò a rivolgergli ridente il viso . La riconciliazione di lui con Roberto Sanscvcrino obbligò il Principe di Taranto a chiamare altrove il Piccinino dalle vicinanze di Lanciano : ciò che pose in grado Matteo di Capua , fin qui come rinchiuso in Chieti , di ripigliare la primiera attivila , e di ricuperare varj paesi degli Apruzzi , cou molla