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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   rargliela ; quando certi giovani di Teramo, o fosso concerto, o fosse empi lo sorto nel momento , gillarono a terra il banco , dicendo ; che denari, che denari? Ivi entrati ad uu tratto nella Cittadella , disarmarono e ne. scacciarono i soldati : onde al Castellano deluso e befliilo toccò andarsene colle pive nel sacco pe' l'atti suoi . Il curioso avvenimento eblu'. luogo , secondo i conti del Muzj , nel dì 8. Dicembre 1461. Pervenuta per tale impensata maniera la Cittadella nelle mani di Matteo , questi vi pose nuovo Castellano n guardarla in nome del Re Ferdinando , dopo di clic marciò alla conquista di Atri . Può stare però che T avvenimento suddetto fosse occorso alcun giorno prima degli 8 ; giacché il sunto , clic Ilnvizza ci ha dato delle scritture dell' archivio di Chicli , dopo aver mostrato il di Capua in Teramo ai l\. Dicembre , ex; lo indica in S. Flaviano nel dì Ci.
   Dovè sorgere allora nei nostri cittadini il sospetto che il Viceré , ad onta del primo articolo della Capitolazione , avesse disegno di risparmiare sì bello e vasto edilizio. Una grossa torre serviva ad esso di maschio , le cui muraglie erano di smisurata doppiezza, come scorgesi tuttavia da un pezzo rimastone fra la Porta S. Giorgio e la fabbrica de' Sigg. Comi. A1T intorno erano sale c camere per 1' abitazione del Signore , e gli alloggiamenti de' soldati : nel piano inferiore magazzini c prigioni . Nel cortile la cisterna e la fontana , quella medesima , che quantunque depauperata di acqua ha fino all' anno in cui scrivo i83o. occupato sito al mezzodì della Porta . Soda e merlata muragba , difesa da torrioni , cingeva 1' edilizio : ed essa stessa veniva guardata a tre Iati da larghi fossi, ed al quarto, vei-so settentrione , da peschiera grande a segno , i h' era capace «li barchette , avendovi Giosia portala 1' acqua di Vczzola , da un miglio lontano per sollerra-nco canale , di cui se ne riconosce un tratto fuori Porta S. Giorgio . Ecco perchè la fabbrica de' Sigg- Comi sorge da profondo riempiticcio , ed è stalo mestieri assicurarne le fondamenta a via di archi . Per suo divertimento ei teneva nel coi tile Scimie e Gatti rari : nei fossi Lepri e Conigli : ed in un serraglio fuori del recinto due Leoni , a Ini donati dalla Repubblica di Firenze. Vive istanze pertanto per la promessa «leitiolizioue avanzarono gli Spennati al Viceré, il quale finalmente l'accordò dopo aver fatte estrarle sino a dodici some de' mobili più preziosi . Rimasta la Cittadella a discrezione ile' Teramani , eglino misero prima da porte alcuni cannoni di folio , c qualche altra cosa sopravvaiizala allo spoglio del di Capua : indi nel giorno i3. Gennaio i4lÌ2. a fui-ore di popohi , ionie Muzj si esprime , la diroccarono . Lasciarono appena la Porta principale , e la incita del Torrione interno , < li' era ad essa soprapjxislo , onde le servisse di difesa . Così la Porla della Cittadella divenne , o tornò ad essere Porta della (
   >illà . Cominciò quindi ad essere abbandonata ia strada, che dal Ponte-nuovo di Vezzo-la , passando per l'altro ponte clic gli è attaccalo, c lungo il piano del fiume , immetteva in Città verso 1' angolo di Maestro , nel sito oggi chiamalo Poìtelle : e sorse o tornò a frequentarsi 1' attuale strada , che dal Ponte nuovo rade le faille delle colline . Anche questa verrà abbandonata , quando sarà condono a termine lo spazioso stradone diretto , aperto nella primavera dell' anno i8a5. Durarono i due miseri avanzi della Cittadella fino al 1792. o circa, quando la Deputazione creala nel 1788. si accinse ad alzale ed ingrandir quella Porta col demolire una porzione del mezzo Torrione. La dcuiolizioue riuscì difficile per la granile sodezza del fabbricato , ma più