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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   difficile si sperimentò la costruzione del magnifico Arco ideato , stanti le straordinarie spese , alle quali dovettero appunto da qucll' epoca far front» i Comuni . Più trista divenne da allora la veduta di quello scheletro di fortificazione , finche nel \8i/\. o circa fu fatto saltare in aria a forza di mine. Chi scrive le presenti memorie fu uno dei curiosi, che assisterono alle esplosioni . Sgombrate le macerie, in luogo della Porta, si costruirono più tardi due pilastroni per indicare almeno 1* ingresso , intorno ai quali ancor si    Non ciano i Teramani senza timore per avere rovinata la Cittadella , e pei- aversi appropriate delle robe in essa conservate , ni: osavano serviisi dei materiali, che n' erano risultali, per opere pubbliche. Ma uscirono presto da timore, avendo Ferdinando con un Placet. Regie Majcstati, scritto di suo pugno a pie di una supplica , approvato 1' operato , rimesso ogni delitto , ed assegnato alle fortificazioni di Teramo ciò che ancora si potesse ritrarre dagli avanzi della Cittadella. Penosa frattanto diveniva la situazione di Giosia, preso di mira dalle armi del N icore . Si difese , egli è vero , valorosamente , e presso Lasciano ( Brunecl. lib. 3. frag. p. 23. ) riportò un vantaggio sopra le Regie Truppe . Ma assai inferiore di forze , si ridusse in fine a Cellino, ove fu assediato dal di Capua . Soflrivasi nel 146s. una generale carestia , cui succede , come di ordinario avviene , la pestilenza . Nel corso dell' assedio , che durò più mesi , mille deprimenti pensieri opprimevano il cuoio dell' irritabile vecchio . Vedovasi spogliato di tanti e così bolli Siali , di:'' quali Ferdinando andava disponendo . Fin dai 3o. Aprile dell' anno precedente avea questi donato a Battista Lisia di Chieti tutt' i boni , che il già Duca di Atri possedeva nello pertinenze della Terra di Pescara ( Brunect. in Sched. ). Sapeva clic gli affari di Renalo andavano peggiorando. I soccorsi domandati al Principe di Taranto non comparivano . Per colino ili disgrazie vide morire i figliuoli , la moglie ( non so so di seconde o terze nozze ) e parie de' domestici . Più non vi volle perchè attaccatosi anche a lui il contagio ne divenisse vittima ai 32. Agosto i4C>3. Nel Necrologio della nostra Cattedrale fu registrata la sua morte , colle seguenti parole ( ex Iliccan. ): Anno l/fOa. Die a-2. Augusti. Josias Dux Adria, morbo pestilenticie , decessit vita : in quem uno tempore tot simul ingcntia meda ingruerunt , bellunt atrnx, et diuturnwn , James validissima etc. Cimi ptilchcrrima fìliorum prole ctc. ipse miser in Oppido Celimi , a Mattluteo Capiamo Provinciae Aprutii Gubernatnre obscssris , post aliquot menses, cani nulla demani auxilia Princeps Tarentinorum rnitteret , desperatione salutis percitus , in morbiun pestiferum incidit , et animarti emisit . I diritti di Giosia si trasfuselo a Giiilianlouio suo primogenito , marito ili Caterina Orsini , figlia del Principe di Taranto , come si disse , e che allora militava in Puglia per Renato , alla tosta delle milizie del suocero .
   Quattro giorni prima che Giosia comparisse al Tribunale di Dio , il Re Ferdinando riportata avea presso Troja segnalata vittoria sopra 1' esercito Angioino. Non perciò fu la guerra finita, anzi 1'Apruzzo ne divenne il teatro , perchè ricoveratosi il Piccinino nelle terre di Giannantonio e Reslaino Calibra in Apruzzo Citra , cogli avanzi delle sue Iruppe , e con gente nuo-