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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271
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consolarlo nella morte del fratello Andrea, degli Ammanati, ucciso in guerra, ed in Siena a pronunciare un Discorso eloquenti ssimo ne' solenni funerali di Pio , suo benefattore , e primo ornamento di quella Città . Assunto al Pontificato Paolo II. nel 14^4- >1 Campano si dolse in una lettera scritta ad Alfonso Duca di Calabria ( lib. 8. ) dopo la morte di Paolo , di essere stato odiato da questo , come tutte le altre creature di Pio . Ma sembra che si dolesse a torto , perchè da Paolo gli venne conferita la ricca prvposi-lura di S. Eustachio , ed ai io. Marzo i466. la commenda di S. Maria a Mejulano . Nel seguente anno reggiamo occupato il Campano a fare da correttore e regolatore , insieme con Gio. Andrea dé Bussi , poscia Vescovo di Alena in Coreica , delle due prime stamperie allora introdotte in Roma ( Tiraboschi Stor. della Lett. Jtal. toni. 6. lib. i. cap. 4- §• 3o. ). Un impiego più degno del suo sacro carattere egli esercitò di poi , accompagnando in Germania il Cardinale Francesco Piccolomini , spedito dal Papa, onde muovere una volta i Principi Tedeschi a collegarsi contro Maometto li. i cui progressi davano molto a pensare . Si contava su 11' eloquenza del Campano : e veramente 1' orazione su tale proposito recitata in un Congresso , e che va compresa fra le Opere di lui edite , non può leggersi senza ammirazione . Pur 1' eloquenza del nostro Vescovo non riportò il trionfo , che dover' aspettarsene, per le discordie di quei Sovrani , e per le particolari mire de'loro gabinetti. Egli avea quasi predetto l'esito infelice della legazione} così scrivendo da Alcmagna a Gaspare de Lellis di Teramo , Uditore della Sacra Ruota ( lib. 6. ) : Nos etsi sumus in amplissimo convento Princi-pum , tardiuscule agimus omnia , t'erba magnifica , et pmpotenfia , an aliquid facti habitura sint , nescio . Spei multum proponitur, certi nihil. Jbimus ad quatriduum Norimbergam , commodiorem locum tanta: moltitudini Principimi habituri . Qtuv Jient perscribam postea ordine omnia . In altro lettere troppo mordacemente si lagna della ruvidezza de' Tedeschi di allora , del rigore del clima , e de' malori contratti . Le espressioni alla Germanica Nazione ingiuriose hanno dato motivo a Gio. Burcardo Mencbe-nio di scrivere una dissertazione sull' odio , che il Campano portava ai Tedeschi ( Post Campan. Epist. ed Lips. 1707. ). Impaziente di rivedere 1' Italia , la morte di Paolo II. avvenuta ai 26. Luglio 1471- gliene apri 1' adito .
L' assunzione di Sisto IV. fè concepire al Campano liete speranze . Lu-singavasi di averlo propenso , per averlo avuto precettore in Perugia . Di fatti ebbe da lui successivamente i governi di Todi ,'31 Foligno , e di Città di Castello . Quivi degnossi il Signore di dare al poco scrupoloso Prelato una disgustosa , ma salutare lezione , onde intendesse una volta che 1' uflizio de' Vescovi non c di attendere alle politiche cure , ma alla salute ctonia delle loro pecorelle : lezione da cui il Campano non seppe trarre profitto . Mentr' era al governo dell' ultima Città , vi accadde una di quelle sedizioni, che ancor non cessavano di sorgere frequenti in Italia , ed in cui venne espugnata e demolita la Rocca . Il Papa spedì tosto delle truppe , con ordine di sottomettere la ribelle Città , e di ridurla aflàtto dipendente dall' arbitrio e dalla discrezione di lui . I Cittadini ricusarono di ricevere entro le mura le truppe a così dura condizione , e si accinsero a disperata difesa . Mosso a pietà il Campano dagli estremi disatri , che a Città di Castello sovrastavano , scrisse al Pontefice con poca prudenza , e con libertà soverchia ,