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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   cavalli Milanesi , ed a circa altreltanti Fiorentini , comandati dal Conte di Piligliauo . 11 Papa e Roberto temerono con ragione che Alfonso con tale aumento di forze non piombasse sopra Aquila ; laonde per difenderla , Roberto anch' ci si mosse per quella Città . Il ]>onsierc peto del Duca di Calabria era , prima di ogni altra cosa , di espugnar Molitorio , Terra j.cr natura e per arte allora riputata forte, e fin dal principio della guerra guardata da molli Aquilani , parenti del Conte CamjKineschi ; tanto più the riessa è il principale punto di comunicazione tra 1' Apruzzo Aquilano , ed il Teramano . Conobbe Alfonso di non avere un numero di fanti corrispondente alla sua molta cavalleria , specialmente avendosi ad operare in sili montuosi , ed ineguali : ma a sì fallo inconveniente riparò col prevalersi di cinquecento giovani Teramani , i quali ben armati andarono ( scrive Mnzj di. 5. ras. ) con giubilo e contento da non credersi , per 1' affezione grande che portavano al Duca di Calabria , e gli fuiono di non poca utilità . Preso , c fortificato un piecol luogo nelle vicinanze di Molitorio , avente una Torre da potersi difendere ; poco lungi da esso si piantò il campo di assedio . Gli Aquilani , attenti a spiare gli andamenti del Duca , appena appresero il pericolo di Molitorio , costrinsero il Gonfaloniere Pontificio a recarle soccorso : onde nel giorno cinque di detto mese furono a fronte le «lue nemiche armate . Abltaudonò allora Alfonso 1' assedio per non pensar che alla pugna , da cui la sorte del Regno parca dipendere . Contavansi nelle sue schiere , oltre il Conte di Pitigliauo , Virginio Orsini , Gio. Francesco Sanse veri no , Marsilio Torello, c Gio. Giacomo Trivulzj : guidavano le contrarie due figli del Generale Roberto , sotto gli ordini del ]>adrc , e Prostro e Fabrizio Colonna : gli uni e gli altri illustri per militare valore , ed accesi di emulazione e d' ira per antiche e nuove inimicizie . Chi fosse vago di sapere le ragioni e gli artificj , co' quali eglino si studiarono di animare il coraggio , e «li stimolare 1' ira de' rispettivi soldati , legga il Porzio ( Cong¦ dà Bar. lib. a. ) ed il Corio ( Stor. Milan. par. 6. ) .
   Fu nel di 7. Maggio j48G. che i due eserciti vennero alle mani. L'accanita zuflà , minutamente descritta dai due citati Storiti, durò l'intera giornata . La riguardavano dalle mura e dai tetti i Soldati ed i Cittadini di Monlorio , i quali, secondo la piega eh' essa sembrava prendere, or esultavano , ed ora impallidivano , or mandavano gridi di gioja , ed or «li dolore . Finalmente Roberto battè la ritirata, e con tal disordine che Alfonso lo incalzò fin dentro gli steccati , i quali però 11011 ardì assalire , molto più eli* era sopravvenuta la notte . Il vantaggio imperlatilo fu «laUa parte de' nostri , senza clic per altro fosse stato decisivo. 1 cinquecento Teramani, combattendo ad armi bianche ad asta curia , e pratici de' sili , inquietarono la cavalleria nemica . Ve ne morirono alcuni . Nei seguenti giorni non si sentirono voglia i due eserciti di tentar nuovamente la sorte delle armi . Anzi essendo ad Alfonso giunto il rinforzo di altre genti , assoldate dal Duca di Milano , e «lai Fiorentini ; si determinò a profittare della superiorità di sua aivalhuia in terreno migliore , e capì che la strada più corta di finir la guerra si era il portarla nelle vicinanze di Roma , onde costringere Innocenzo alla pace. Congedati dunque amorevolmente i Teramani, ei levò il campo «la Molitorio nel giorno 12. Giugno, e transitando per l'Aquilano, penetrò nuovamente nello Stato Ecclesiastico. (ili tenue dietro il Gonfaloniere, ma non jiotè impedire al Duca eli approssimarsi a Roma , c danneggiarne i contorni .