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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271
Aquila, Citlà chn a lui , por impulso «le' Colonncsi , aprì jsn ificaiiicnle le porte : c vi ricevè la sommissione tli Capcslrano , e «li altri Paesi . Annitrire fè resistenza, uè per allora fu espugnata. Ai 4- l'ebbrajo entrò in Aquila il fuoruscilo Girolamo Gaglioffi , creato dal Ile Carlo Conte «li Molitorio . Sembra che'questo corpo con Fabrizio Colonna, scendendo dagli Appennini, j>assasse in Terra di Lavoro per riunirsi alla grande armala ( Alitili, toni. 4- tj. i3. ) la quale tenne la strada di Veli etri e S. Germano. Non isla-rò io a raccontare i prosperi successi di Carlo. Mi limitelo a dire clic Na-joli si sollevò , e mandò Deputali al Campo Francese per capitolare : onde il buon He Ferdinando si vide costretto ai ai. Febbrajo di ritirarsi con quattordici galee nell' Isola d' Ischia . L' esempio della Capitale si trasse* dietro , più o meno tardi , quasi 1' intero Reame . La nostra Regione rimase lincile poli: fedele al legittimo Sovrano , al che contribuirono due cause , cioè P affeziono di Teramo alla Casa di Aragona , e specialmente a Ferdinando , e P avere iu favor di costui prese le armi Andrea-Matteo di Acqua-viva . Ma dalla piena delle disgrazie , P una fu obbligala a sottomettersi , P altro a passare, sollo le insegne del vincitore. .Durante la signoria di Carlo Vili, fra noi nel iifqS. P unico avvenimento clic si risappia è ebe i Ci vi lei-lesi , mal soffrendo il Forte clic loro sovrastava , e clic avea cinque torri , lo distrussero . L' Autore di uu moderno manoscritto vorrebbe clic a ciò fossero concorsi i ««micini Paesi , clic dalla demolizione lusserò anzi campate cinque torri , e fòss»; conservato P intero recitilo delle mura .
Tanta felicità del Re di Francia mosse la gelosia delle altre Potenze , le quali «xinlro di lui strinsero lega iu Venezia ai 3i. Marzo . Vedendo ci i preparativi eli' cll<;no facevano , «Iojhi aversi làllo coronare nel Duomo di Napoli ai 20. Maggio ; sulla line di «juel mese ris«dse di tornare frcltolosa-ìneiita in Francia , lasciando alla difesa «li questo Regno il Sig. di Montpen-sicr ili qualità «li Viceré , con cinque mila cavalli, e molta fanteria. Gravi percosse ebbe il Re Cristianissimo dai Collegati Italiani nella sua retrograda marcia . La partenza di lui , e lo si sacco iu Reggio di Consulto Fcrnandes di Cordova , partito da Messina d' ordine dei conjugi Ferdinando Re di Aragona , ed Isabella Regina di Castiglia , anch' essi collegati a danno «li Carlo , rinvigorirono 1' animo del nostro giovane Ile . Favorì la sua fortuna il malcontento dei popoli , ben loslo disgustati dell' avarizia , e del liberimaggio de' Francesi : ond' ei segretamente richiamato dai Napolitani, rientrò nella Capitale fra incessanti acclamazioni ai 7. Luglio. Attese quindi all' assedio di quei Castelli , ed a ricuperare le Provincie , nel clic spese più «li un anno . non senza ostacoli , ne senza spargimento di sangue per P unione ai Francesi «M partito Angioino . Teramo , appena le circostanze lo permisero , scosse il gio^o straniero ( Mhz. di. 5. ms. ). 10 clic veramente la nostra Regione spontaneamente tornasse all' obbedienza «li Ferdinando II. in tempo , in cui la sorte delle armi pendeva ancora indecisa, c la guerra ardeva in tulle le parti del Regno; ne abbiamo una pruova irrefragabile in una supplica per capitoli , presentala al Re nel Castello di Capuana in Napoli , ai 5. Ottobre 14cp. la «piale piace trascrivere; » Capitoli et gratis, quale se adeuiandano per la Universilà et » lioinini d«i Civilella a la Maestà del Serenissimo Signor Re I). Ferrante sc->1 curalo, per la divina gratia Re de Sicilia, Ilicrusalcni eie. - In primis decla » Universilà et Iiomini de Civilella supplicano la prefata Maestà se digne per » sua gratia l'ometterli lo errore et culpa, in la quale sono incursi per la Iloc-