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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271
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deferenza per 1' Arciduca Filippo , il quale già preso avea , indqicudeiile-meate dal suocero , il governo del regno di C&stigiia : e ilei disegno l'orse di usurpare per se il reame di Napoli. Risolse quindi Ferdinando di togliergli la carica , c per ciò fare con destrezza e senza inconvenienti , mostrò arrendersi alle istanze de' Napolitani , desiderosi di vedere il nuovo Sovrano . Fece dunque vela «la Barcellona , sopra una flotta di cinquanta legni , per Napoli , ma obbligato dai venti contrarj a dar l'ondo a l'orlo-Fino , ivi gli giunse la nuova della morte di Filippo di lui genero , avvenuta iu Burgos ai a5. Settembre i5oG. Sarcbbcsi creduto clic questa impensata notizia fatte avrebbe voltar le prore a Ferdinando , per tornarsene a Spagna , e riassumere le redini del regno di Casliglia , sotto il nome della vedova Giovanna di lui figlia , e di Carlo di costei primogenito , allora iu età «li sei iu sette anni . Eppure non fu cosi. Proseguendo la rotta arrivò alla spiaggia di Najioli sulla (ine di Ottobre , e vi entrò con solennità al i. di Novembre. . Coloro che dalla venuta del Monarca speravano riordinamenti e sollievi , rimasero delusi : perch' essendosi ei obbligalo col trattalo «li lllois a restituire ai Baroni «lei partito Francese i feudi , che ad alili avea anlccedon-tcinente o per convenzione o per rimunerazione distribuiti ; dovè pensare al modo di dare a questi ultimi un compenso 0 in equivalenti Stati , che bisognava comprare , o iu denaro . Alla quale cosa essendo impotenti le sue finanze, si vede costretto non solo a far vivi iu qualunque modo i proventi Regj , a denegare le grazie ed esenzioni solite ad accordarsi dai novelli Ile , e ad astenersi da <[ualun«pic specie di liberalità ; ma eziandio ad aggiungere nuovi aggravj . ( Giann. lib. 3o. cap. i. ). Fatti rivedere i conti della Tesoreria , risultò che 1' Università di Teramo andava debitrice di glande somma , «li cui tosto , con lettera soscritta di suo pugno , iu data de' 27. Novembre i5oG. ordinò il versamento . Pervenuta tale lettera in Teramo , fu risoluto d' inviare a Napoli due Oratori , a line d' impetrare o remissione o dilazione , ed in tale rincontro anche la conferma de' privilegj . Seppero costoro così bene rappresentare a Ferdinando i travagli , i dis[>cndj , c i danni dalla Città sollérli per conservarsi fedele alla Regal Casa di Aragona : il merito delle due sollevazioni contro le armi di Carlo Vili., della sollecita dichiarazione in favore della M. S. nel i5o3. , e del soccorso prestalo al Conte di Pojioli per cenno del Gran Capitano ( il «piale , trattato dal Re con fina dissimulazione , essendo sempre al suo fianco , attcstò la verità dell'esposto ) ; che Ferdinando si mosse i. a rimettere la meltà del debilo : 3. a concedere dilazione jper 1' altra meltà , e ad abilitare 1' Università a soddisfarle iu tinti panni : 3. ad esentare per quindici anni da ogni tributo il Castello di Aliano , suddito della Città , per le ragioni altrove cerniate : ed a condiscendere finalmente alla richiesta conferma de' privilegj . Muzj ( di. G. ms. ) non ci dice la data del diploma , ma essendosi questo conservato ucll' archivio della Città , mi è dato 1* aggiungere che dessa fu «io* 13. Marzo 1007. dal Castclnuovo di Napoli : che i danni e crudeli trattamenti , sollérli nelle passate guerre dai Francesi , sono nel diploma rilevati, come testimonianze di fedeltà : e che fra i privilegj ( de' quali Teramo godeva «lai tempi di Ferdinando I. ) è segnatamente espresso quello del Denuuiio.
Erra il citato Scrittore nell' asserire che il Re Cattolico dimorò ia Napoli meno di cinque mesi ; poiché essendone parlilo ai 4- Giugno 1007. non giù meno di cinque, ma più di sette mesi c chiaro che vi si, trattcncs-