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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271
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radunarsi prima cicli' iiidomnni . Quivi si adottarono tre Leu immaginate misure . Ad impedire ai politici ed ai timidi il rimedio per non compromettersi , che sarebbe stalo di emigrare sino al fine del pericoloso aliare ; si proibì a tutti uscire di Città , senza licenza in iscritto de' Signori del Reggimento . Perchè in sì ponderosi momenti non mancassero al Magistrato le braccia , si risolse di sterminare a furia di popolo chiunque si rifiutasse ad accettare qualsivoglia uflizio , cui o da quel Parlamento stesso o per 1'avvenire dai pubblici Rappresentanti venisse eletto . Finalmente per la maggiore speditezza degli aliali , e perchè meglio si custodisse il secreto ; furono prescelti dodici principali Cittadini , ai quali si delegò 1' autorità medesima de' Parlamenti generali , con pieno potere di operare , di concerto col Ileggimeiilo , quanto occorrerebbe per la salvezza della Patria . Fssi furono licrurdo Forte , lino Pistilli , Colantonio Consorti , Francesco Trimon--/, Gio. Francesco di Nardo Muzj, Gio. Pietro Palazzi, Gio. Antonio iSoclàccliia , Gio. Francesco di Adamo , Gio. Andrea di Giacomo Sul-dovino , Marrano Jacomelli , Pietro Santacroce, e Piersante Pellicciante. Chiusisi incontinente costoro col Magistrato nel palazzo , stabilirono d' inviare a Napoli , in qualità di Sindaci , Sir Cola Pucciarelli Canonico Aprutino , e Colantonio Papirij , i quali partirono con tanta segretezza che in Città non si seppe la loro mossa che molti giorni dopo il loro arrivo nella Capitale: uè furono così stolti ila passare po' dominj dell'Acquaviva, ma prendendo la volta di Aquila , soltanto a PojkiIì ripigliarono la via ordinaria .
Altro incarico non erasi dato ai due Sindaci se non di procacciare de' lumi sull' oggetto , e di protestarsi nuovamente dell' indiscreta > brevità del termine prefisso . Pervenuto il loro primo rapporto , i Signori del Reggimento , col consiglio e consenso do' Dodici , stesero un foglio d' istruzioni che merita esser letto , e che ai medesimi indrizzarono per espresso : » Magnifici Simlici , Cittadini e Figliuoli nostri dilettissimi salutem . Aveuio >.> ricevuto le vostre lettere, e benissimo inteso quanto avete scritto; \i ri-» s,K>ndemo , che liis non ohstantibus debbiale de continuo impoi lunare lo Consiglio , ed animosamente dire la nostra ragion? , perchè siimi certo , » che non ci mancherà ili giustizia , nò la Cesarea Maestà ce farà tanto tor-« to a noi , quali sempre a tutti i retro Principi ili Casa A l'agonia , donde « S. M. discende simo stili iidclissimi , ed abbiamo sempre per lo servizio » loro acremente coni battuto , de submicte.r ad uu Duca d'Atri, e mussimi: » essendo nostro capital nemico , per caosa , e servizio dei prelati Principi . ' Ed a detto Consiglio farete intendere questo Popolo prima voler patire » qualsivoglia estcriuinio, e liir peggio che li Sagontiui , che venire in ' potere di uu suo capitale nemico , lo quale è stato , ed è principio e line >•> di tutte le discordie di questa Città , e di quanti mali in ipsa sono sue-' cessi , e che ipso solo in età nostra è stata caosa di lar morire centinaia ' di uomini . E però situo dis,iosti d'essere tutti tagliati a pezzi con le no-' sire Mogliere e Figli , che renire nelle sue mani . Pertanto iulrcpitla->j mente farete sapere a lo Consiglio la totale deliberazione nostra , e Dio » voglia che non ci si dona caosa , che vedrà in elfetto molto più di qucl-» lo che serivemo . Appresso ancora , che la M. Cesarea abbia ordinato , » ch'i la cans--« nostra se veda sommariamente , questo sommario non si deve » intendere che abbia a pregiudicare alle nostre ragioni . Pertanto adesso , » che iu questo ce va 1* onore , la vita , e la roba , non solo di noi , ma