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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   salute, cmT io elei Cardona , il quale ai io. Marzo dello stesso unno se ne inori . Bisognò dunque attendere che 1' Imperatore destinasse altro Viceré, clic fu Carlo di Lanoja , famoso Cu pi bino , Fiamcngo di nazione , pene-nulo in Napoli circa la metta di Luglio .
   Volle altra buona fortuna che portandosi il Lanoju ni suo nuovo destino, transitasse per Teramo, c vi pernottasse in casa di Gio. Ascolo Forte, giudizioso gentiluomo , e che sapeva tenere la lingua iu bocca . Cosi questi che il Magistrato , recatosi subito a visitarlo ed a presentargli un regalo, lo informarono de' fatti e delle ragioni, per le quali impoliticamente sarebbesi data agli Acquaviva la signoria di Teramo , dolla irremovibile risoluzione iu cui erano i Cittadini di farsi piuttosto tagliare a pezzi die sottomettersi, e nei piò efficaci modi implorarono all' uopo la sua protezione . 11 novello Viceré con quella franchezza e schiettezza, che caratterizzano i veri Militari , promise di render giustizia , per quanto da Ini dipenderebbe , al nobile impegno de' Teramani : c mantenne la parola . Andati di fatti poco dopo in Napoli Francesco Trimonzj , c Pier Sante Pellicciatiti con ampia procura dell' Università, onde obbligarsi al pagamento dei quaranta mila ducati con quella maggior dilazione , c con quelle migliori condizioni che fosse stato possibile di ottenere ; si ebbero a lodare dei favori del Lanoja . Tur non di meno non fu cosi presto ultimalo il negozio , essendo stato mestieri provocar dal Monarca non so qual' altra dilucidazione o facoltà . Finalmente spianati tutti gli ostacoli , » due suddetti Sindaci speciali si obbligarono in nome della Città a pagare quaranta mila ducati nel seguente modo : ventimila nello spazio di un anno , un terzo per quadrimestre ; gli altri ventimila furono ritenuti dall' Università a censo , rcdemihile iu qualsivoglia tempo o in tutto o in parte , purché la- rilnizionc non fosse meno di tre mila ducoli per volla ; pagandole frattanto 1' intercise a scalare del dieci per cento . Per sicurezza della llegia Corte costituirono 1' ipoteca sopra le gabelle c le altre pubbliche rendite di Teramo , le quali perciò rimasero interamente a proGllo del Comune , coinè rimaste sarebbero a' vantaggio del primo compratore , se la concessione de' iG. Marzo dell' arino procedente non fosso slata rivocala , Avrebbcsi dovuto accordare alla Città il pieno drillo di scegliersi il Capitano o Governatore , come lo avrebbe avuto il Duca ; eppure uou se le accordò altro che la facoltà di nominare tre candidati , i quali non fossero né cittadini né delle vicinanze /ino a venti miglia da Teramo , salva al Viceré Generale la preelezioue . Dall' altro Iato venne Teramo reintegrata nella primiera libertà di demanio : questa assicurata io perpetuo : i-cndula franca dalle imposte ordinario e straordinarie : se le cedcrono tutt' i proventi giudiziarj , qual fondo del soldo «lei Capitano , e doli' Assessore, in ducati trecento : e fu conceduto generale indulto di qualunque delitto agli abitanti della Città e del Contado , misura necessaria ad ischi vare le molestie per 1' avvenire dagli Acquaviva , sul pretesto degli uomini , e delle robe perdute . Questo contratto , da un cauto così a Teramo onorevole , e dall'altro così ponderoso, venne consumato ai 3i. Ottobre dello stesso anno i522.
   Noteremo anche un' altra volta chc la Regia Udienza degli Apruzzi non avea residenza fissa in alcuna Città , ma che continuava ad essere iu una specie di ambulanza. Ai a8. Agosto i5a2. teneva lo sue sedute in Teramo, come costa da una scutouza , colla quale certi Canzanesi furono condannati 4.