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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   9.3 I
   v> gue de le. vene , non clie de le decime per prevedere alli presenti bisogni » de li cxerciti : clic il tutto sta in jwtestà de li Couunissarii di Ci-sarc , w et non di Sua Santità ». Quel clic potò fare il Vescovo fu di rimetter commendatizie pel Reverendissimo et Illustrissimo CoIona ( cioè pel Cardinal Pompeo Colonna , crealo Luogotenente generale del Regno , nel Luglio del i5at). jmt la ,partenza del Principe di Orangcs all' impresa di Firenze ) per 1' Uditore di questo , e pel Reverendo Nunzio Apostolico, le quali consigliò di rimettere per uomo apposta a TU esser Soardino in Napol i . Soggiunge esser dolenle per la malattia del fratello in Teramo ( non ispiega di chi fra i due ) e lo raccomanda al Capitolo . La soscrizionc ò : Vcster F. Episcopus, et Princcps manu propria . L' indrizzo : f cnerabilibus iti Christo Fratribus , Nostris dilectissimis , Archidiacono, et Canonicis Ecclesia'. nostrtv Aprutina' . Prima d' indicare altre incombenze della Corte di Roma, che. distrassero Monsig. Cherigalto dalle cure jtastorali dopo il i53o., conviene ricongiungere lo spezzato filo delle civili cose .
   Conoscevano troppo bene i Teramani che la soluzione di ventimila ducali , nel corto spazio di un anno , era moralmente impossibile : pure vi si ciano obbligati , aspettando risorse dal tempo , e dalla bontà del Sovrano . S,H'dirono perciò iu Isjngua F. Serafino Surrentino, e F. Gabriele tH feccia, entrambi di Teramo , e Teologi dell'Ordine de' MM. Osservanti, per iiiqictrare da Cario o scemamenlo , o almeno dilazione . E ]>erchò la paura di cadere sotto il dominio di Andrea-Matteo III. non era passata ancora , specialmente quando non si adempissero le obbligazioni contratte col Fisco Regio : ed uno degli arlificj coi quali tentato avea 1' Acquaviva , e tcnleneblie ancora di carpire dall' Imperatore la signoria della Citta , era lo spoetare che questa , a motivo delle civiche discordie , trova vasi mal ridotta e disabitata ; si consegnò ai due Oratori una pianta di Teramo difilla in tela , ondi; potessero mostrarla al Monarca . Ebbero -essi , col mezzo del Confessore di costui , più volte udienza ed un grato accoglimento : c «e non otleniiero «pianto spcravasi, ri,>orlaroiio però un Rescritto a piò di ima suj>-
   Iilica , ed una Lettera in idioma Spagnuolo , riferita dal Muzj : 1' uno , e ' altra diretta al Viceré di Lanoja . Nella Lettera in data di Valladolid , li 3o. Maggio i5u3. dopo aver 1' Imperatore dettagliata la sj>edizione dei due onorados Religiosos : 1' inqiotcnza rappresentatagli per parte della Cillà a pagar per allora il prezzo del riscatto , tanto più che essa trovavasi esausta dai daiuii soffèrti nella guerra di Carlo Re di Francia , per conservarsi fedele alla Casa di Aragona : e la speranza eh' crasi concepita sulla sua sovrana clemenza per una proroga ; commette al Viceré di prov vedere , di concerto col Consiglio Collaterale , 1' occorrente , giusta il contenuto della supplica e del Rescritto : in modo però che 1' Università di Teramo abbiasi per raccomandala , venga gratificata in tutto ciò che si può , e sia in grado di conoscere. eh' ci T ama , la tiene in istima , e che non sia in vano ricorsa a lui. I due Padri reduci dalla Corte approdarono in Najioli sulla line di Giugno , od esibirono il Rescritto e la lettera al Lanoja , il quale avendone esaminato il tenore , propenso com' era a favorire la Città , loro insinuò a far conqiarire 1' Università con pai-te del maturo in contante , ed in difetto in panni, e che pel rimanente chiesta si fosse dilazione, la quale verrebbe accordata. Informato che fu il Magistrato delle favorevoli disposizioni del Viceré, inviò ai i3. Agosto, con quanti denari e panni jx)tè adunare , i