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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   parrocchiale . Ove non si costruì una Chiesi , si eresse almeno o si dotò un Aitarti : come in Tonino , ed iu Ganzano . I Giulibsi edificarono la loro Chiesa dentro la Terra , con considerevole beneficio , ma se ne lasciarono ben presto sfuggire il patronato , come se lo lasciò sfuggire qualcuno dogi' in» dicati Paesi . In Teramo si eressero due cappelle sotto il titolo di S. Hocco , una in piazza , di cui si è altrove cennato il silo , e la demolizione : 1' altra fuori porta Vezzo!a, di cui rimane una porzione di muraglie. Altrct» tante ne costruirono i Cainplosi , la prima ugualmente sulla piazza , le cui rendite furono in prosieguo di tempo aggregate mila Sagrestia di S. Maria in Platea : la seconda ancora esistente , fuori la jiorta orientale di Castel-nuovo . La Chiesa però più considerevole fu quella fabbricata nel Borgo di Molitorio , col braccio della Contessa Vittoria Camponeschi ; cosicché dopo una trentina di anni meritò di divenire Matrice , e Collegiata . La fondazione di S. Rocco in Rojano , teniineuto di Campii , quantunque coeva delle precedenti , non fu opera di quella popolazione , ma del solo Bartolomeo Ciaffoni. Anche S. Rocco di Morricone fondato venne da private persone. Questi ed altri monumenti indicano abbastanza che il flagello si stese per 1' intera Regione , e che non si ricorse indarno all' intercessione dell' umile c caritatevole Confessore . L' unica Chiesa di S. Rocco , die di certo abbia
   !iiù recente origine , è quella di Macchia Tornella nella Parrocchia di Padu-a , dotata nel iGy<). e poco avanti edificata ( Ar. Vesc. Proc. benef. n. 65.).
   Checché ne dicano i lodatori dei tempi passati , il costume di quelli dei quali parliamo era assai corrotto , come ho potuto convincermi , esaminando le carte de* nostri archivj : la libidine si sfogava come oggi , « più die oggi si sfogavano gli odj e le vendette . Era quindi giusto chc Dio adoperasse altri gastighi temporali , onde i popoli ravveduti apprendessero ad evitare gli eterni. Il morlio epidemico miligossi nel i5a8 : ma le decime Ecdesiastiche , chc per le note critiche circostanze era stato Clemente VIL costretto verso la line del iSa^. ad abbandonare all' Imperatore , aveano giltalo il mal umore nel Clero . Alle tribulazioni della carestia , del contagio , e delle imposte di ogni specie, l'altra si aggiunse non meno terribile della guerra. Odetto de Fois Signore di Lautrcch, Generale in capo dell' armata Francese in Italia , accintosi alla conquista del Regno , fé varcare il Tronto ad una colonna, ai io. Febbraio i5a8., menti'ci con un'altra giunse in Ascoli , ove si fermò cinque giorni . Trovavasi la frontiera sfornita afTatto di difesa ,'perchè erasi creduto che gl'invasori tenuta avrebbero la strada di Roma , e non già della Marca : onde 1' ingresso fu senza ostacoli. Teramo , e Giulianova ( scrive Muratori ) si arrenderono a Pietro Navarro , famigerato Capitano Cantabro , che dopo aver militato sotto le insegne di Cesare , erasi per mala soddisfa/ione dato al servigio di Francia . Giusta un processo osservato dal Romanelli ( Scov. Frent. tom. a. cap. ai. ) Campii , Penne , Città S. Angelo , ed altri Luoghi inalberarono le bandiere del Re Francesco , per opera dei Laiicianesi della fazione degli Antonia!ti, i quali coi loro capo Antonio Ricci cransi uniti ai Francesi , e servivano ad essi da guide . Il Lautrcch dal suo canto » espugnata per forza Civitella , » Terra assai ricca e pojiolata , ne permise il sacco a' suoi soldati : iniquo » costume , tante volte da noi veduto praticato dalla milizia di quei tempi, » per rallegrare e maggiormente animare alle imprese quella gente , clic » si picca di esercitare il più onorato mestier del moudo , quando a pruova