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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 2
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1832, pagine 271
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Baltassarre Acquaviva tli Aragona tli lei nipote , figlio tli Giulianlonio e tli Anna Gambacorta , col tilolo tli Conte tli Caserta e tli Bollante , e di utile Signore delle altre quattro Terre . Ed ecco la divisione della famiglia Ducale di Acquaviva in due rami . Quello dei Conti ( poscia Marchesi ) di Bollante , t: Conti ( tli poi Principi ) di Caserta si cstinsc prima dell' altra dei Ducili ili Atri , discendenti da Giannantonio , come vedremo .
Quest'ordine è turbato dal Muzj, che ( di. 6. mt. in line) fa morire Andrea-Matteo circa il fine del i5s5. e gli fa succedere il Marchese Gianfran-cesco in tutti gli Stati, i quali poscia a lui fa perdere pel reato di essersi accostato ai Francesi nella venuta di Latiticeli nel Regno . Ma se Muzj è caduto talvolta in errori quando ha scritto sulle coso straniere alla patria, the egli avea unicamente ili mira , è stalo mai sempre esatto allorché di questa , in tempi a lui vicinissimi, ha raccontali gli avvenimenti . Crediamogli dunque quando ci narra ( di. 7. ) che nel i5.?t). gli Spagnuoli ed i Tede* sebi , stati di presidio in Napoli , furono mandati a quartiere per le Città del Regno : e che in Teramo per tre mesi continui alloggiarono sette mila lanli Tedeschi » non già per bolletta , ina andando essi in quelle caso, ed « ove loro piaceva : i quali l'ocero un danno ai Cittadini in hever vino , in >•> ahhrugiar botti , tavolozzi , tetti , ed altre masserizie tli legname , tli va->j luta , dicono , ili ventimila e più ducati . » Tristo sopraccarico ad una Città f j-ià malmenata dalla poste , ed ancor afflitta dalla carestia . Nei principi dello stesso anno avea ella dovuti spiccare due Oratori; avend^'io trovalo in un libro di contabilità la particola. Die 17. Januarii. Pir Joanncs Sanctecrucis , et Marcus Mtìssei , (Jratores Universitatis Terrina, disces-serant Teramo , Aquilani profecturi, qui redierunt i5. Mufi iJjp. Se Aquila fu il vero termine del loro viaggio, altro motivo non se ne può immaginare chc il bisogno di trattare con Alfonso Marchese del Vasto , o con altri Regj UUìziali , intenti a ridurre quella Città all' obbedienza di Carlo ( Murat. ad an. i5ac). ) . Probabilmente le truppe accantonate in Teramo comjKJsero , 0 avean composto quel Corpo d' Imperiali , che , secondo il Marcucci , si portò a sorprendere , benché inutilmente , Ascoli , etl a far senza dubbio de' danni iu quel territorio . La pace dall' Imperatore ronchiusa ai 29. Giugno' col Papa , ed ai 5. Agosto col Ile di Francia , liberò gli Ascolani da ulteriori molestie , e l'è sperare ai Teramani , battuti ila tante tribulazioni , giorni più lieti . Eppure questa pace , che a tutti gì' Italiani sembrò un favore del Cielo , fuorché ai miseri Fiorentini ; non potò a Teramo occasionare uu bene , senza che ne seguisse 1111 gran male .
Fu il bene 1' essersi la Cillà liberata una volta per sempre dalle pio-tensioni degli Acquaviva , ed ecco come . 'Destinata Bologna per 1' incoronazione di Carlo , Papa Clemente vi si recò sul fine di Ottobre i52t). ed airi. Novembre 1' eletto Imperatore: rimanendovi quei due primi luminari della1 Cristianità per più nu>si iri quotidiani e stretti colloquj , onde dar sesto alle turbulenze d' Italia . Non furono cosi stolti i Teramani da lasciarsi scappare si bi lia occasiono per ottenere un Diploma , capace d' imporre perpetuo silenzio alla nemica famiglia ; tanto maggiormente che questa , lungi da potere frapporre degli ostacoli , trovavasi iu quel tempo spogliata de' medesimi suoi legittimi domilij , od in evidente rischio di più non ricuperarli . Spedirono dunque all' oggetto in Bologna Francesco Trimonzj , il quale per comparire iu Corte con decenza si provvide di toga di velluto venie , giusta il