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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1833, pagine 320

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   . 29
   Montorio con altre popolazioni , eolie quali egli vantava grandi intelligenze . Che se qualche Luogo osasse opporre resistenza , si sottoporrebbe n militare gasligo tanto rigoroso , da far passare agli altri la voglia di difendersi . Dagli Apruzzi , secondo lui , si sarebl)C penetrato iu Puglia , e dalla Puglia senza grave impedimento marciar si poteva alla volta di Napoli . In conseguenza di tale piano , i Francesi transitarono jx-1 Bolognese , per la Romagna , pel Ducato di Urbino , e preso riposo in Jesi , pervennero a Fermo . Contavansi tra le loro fila parecchi Signori esuli dal Regno , fra i quali Gio. Francesco di Acquaviva , primogenito di Giuliautonio , che face-vasi chiamare Duca ili Atri , ansioso di rivindiearc lo Stalo , di cui venne privato il padre per 1' adesione ai Francesi nel i5a8. Iu Fermo si congiunsero al Guisa alcune forze del Papa .
   Attento il Viceré , vecchio militare , agli andamenti de' nemici , tosto che conobbe la loro intenzione di entrare in Regno dalla pai-te del Tronto , l'è retrogradare a questa volta i Tedeschi e Spagnuoli, eh' erano iu Campagna di Roma : spedì Ascanio della Cornia a Chicli , il Marchese di Bucchianiro ed il Conte di Maddaloni in Atri , perche dessero fretta e compimento alla fortificazioni : ed egli stesso colla scolta di jmrhi cavalli partilo da Napoli agli il. Aprile visitò di volo Solmoua , Chicli , Atri ed Aquila , onde spiccò il Conte Sforza eli Santafiorc , perchè andasse a difendere Civilella , di concerto con Carlo Loffredo , ivi lasciato dal Marchese di lui padre con mille fanti Italiani e con due insegne di Civitellesi scelti : dopo di che le ritorno a Solinona , ove chiamò le truppe da lulte le Imidc . Il Santafiorc , camminando sempre di notte e fuori strada , in compagnia del Capitano Francesco da Porto e di trenta Cavalleggieri , fra i quali un Cìvitellese < he serviva di guida , giunse a salvamento in Civitella , quasi al momento in cui i Francesi, già padroni de' Paesi limitrofi , cominciavano a scorrerne le vicinanze .
   Vittima dell' inumano avviso del Cardinale Carafa , di doversi cioè agevolare le ulteriori conquiste con un primo insigne esempio di terrore , fu la ricca Terra di Campii . Uscito di notte da Ascoli il Toràldo con circa i;'>oo. fiuti Italiani, ed unitosi a 5oo. fanti Francesi sortili da Fermo , ed a 1J0. cavalli de' più spedili , si presentò nel dì seguente i5. Aprile , Giovedì santo , alla vista di essa , e le fè intendere che si rendesse al Re di Francia , liberatore del Reame dalla servitù degli Spagnuoli . Non era allora Campii , come oggi lo è , sfornito di mura . Ciascuno dei tic casamenti avea uu recinto . Alla Nocella davano ingresso tic porte : di quella da capo , e di quella da piedi rimangono le vestigio : non così dell' altra di S. Angelo , verso settentrione . Quattro erano lo porte di Campii propriamente dello , cioè di S. Chiara a ponente , del Castello a levante , di S. Paolo a mezzodì , e di S. Salvatore a tramontana . Anche lo spazio fra Campii e Castelnuovo veniva chiuso da muraglie . Quivi a comodo di chi recar si dovea ai molini ed alle campagne verso greco , era la porta Viola, di cui si veggono gli avanzi. Bastavano a Castelnuovo due entrate : una detta di Capo Castello , prepotentemente demolita , insieme colla porla di Campii che l'era dirimpetto , nel 1797 : l'altra di S. Giovanni, verso lo Piane . Non essendo da questa ultima parte difesa la Terra da naturali dirupi , eravi un secondo recinto , munito di buoni torrioni e di fossato artificiale , con ponte a levalojo , ridotto ne' tempi di paco a poni»