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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1833, pagine 320

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   3i
   gì non si rinviene , ma s' incontrano numerose compruovc dello S[>ietato saccomanno . Così nel citato archivio ( n. 3. ) si veggono ricuperate da Fermo nel 15/9- cinque piaucte ed un palliotto , presi in temj>o della guerra . Nella visita del 157^- ( Ar. Vesc. voi. 34- ) la sagrestia di S. Salvatore trovossi senza calici , perchè predati tempore belli Gallorum de anno iSSj. per tacere delle altre .
   L' effetto che aspettava» da cotanto esemplare rigore , in parte si ed in parte nò corrispose al divisamente del Cardinale Carafa . Poiché sebbene Teramo e gli altri Luoghi della nostra Regione si rendessero senza opjiosi-zioue , ed i Gnllo-Pontificj stendessero le scorrerie fino alla Valle Sicihana ; pure ciò che principalmente animò il popolo di Civitclla e fin le dotine alla gloriosa difesa , di cui siamo per ragionare , fu , rome Muratori osservò , il timore di non avere altrimenti a soggiacere alle inumanità operaie in Campii . Mentre i cavalli Francesi , usciti ben pasciuti da Campii , cominciavano ad infestare i contorni di Civitella , ed avendo avuto sentore della marcia del Conte di Santafiorc , gli tendevano aguati , che lo posero in pericolo di cadere in mano ai nemici , i quali lo inseguirono fino alle porte di quella Terra ; il Duca di Guisa , alloggiato nel Monastero degli Olivetani di Ascoli, scopertamente si dolse col Marchese di Moutebcllo di non aver jkh trovati quei soldi e quelle genti , vettovaglie ed intelligenze , che magnificamente alla Corte di Francia ed a lui aveano dato ad intendere i Carafa . Ciò non ostaute incoraggiato da nuove promesse e speranze, c per non istar-si ulteriormente a carico degli amici e colle mani alla cintola , si mosse da Ascoli col Marchese , e col rimanente dell' Esercito forte di dieci mila Francesi allumo , ai 24. Aprile; e nel dì medesimo ciuse d'ogni intorno Civitclla di assedio . Non essendo ancor giunta 1' artiglieria da breccia , per sette giorni non ebbero luogo che sortite e scaramucce di poca conseguenza , in una delle quali restò ucciso un Capitano Francese , e degli assediati ferito il Capitano Andrea Naclerios . Cadevano , dopo un inverno assai dolce , incessanti piogge, che molestarono molto gli assediatiti . Da esse gonfiata la terra posta di fresco in un bastione , questo precipitò insieme con una tela della vicina muraglia. Levarono allora i Frauccsi grida di gioja : ma il Santafiorc , mandati fuora alcuni soldati a- fare delle fascine , ristorò nella seguente notte la caduta cortina -
   Gli approcci ebbero principio nel primo di Maggio . Pervenuti al campo i grossi cannoni si piantarono quattro batterìe , le quali cominciarono a fulminare Civitclla dalla parte di levante e di mezzogiorno; giacché verso tramontana ha la salita assai lunga ed erta : e verso jiouente , per 1' enorme altezza perpendicolare del masso di pi eira, su cui e ella fabbricata , è allatto inespugna làle . 11 primo disegno del Guisa era stato di fissare una batteria in faccia alla porta di S. Lorenzo , che veramente è la parte più debole di Civitella , per la strada alquanto piana che vi conduce . A tal fine dal Convento di S- Maria de1 Lumi , ov' egli alloggiava , fece aprire delle trincee , upa delle quaU , serpeggiando più di mezzo miglio , agevolar dovea la batteria ideata . Ma in quella porta appunto il Marchese di TrivicO apposte avea le maggiori difese , con bastioni e doppj ripari. Convenne dunque al Francese Maresciallo mutar pensiero , e piene che ebbe di archibugieri le trincee , situò una colubrina in una torre presso al Convento , donde seuo-privasi alcuna delle strade della Terra., per rendere dillicile l'interna comu-