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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1833, pagine 320
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dì S. Maria ; onde quando vi giunsero, cinquanta contadini , « dispello del divie to del Conte usciti da Civitclla per correre appresso ai Francesi , ebbero a stento a salvarsi nel vicino fosso del Vallone , Riunitosi in seguito a' suoi , andò a pesare in un piano del tenitnento. di Civitella , in distanza di tre miglia . Anche il Sanlafiore si provò a pizzicar la coda dirli' oste retrograda , quantunque formata dalla migliore cavalleria : senza frutto però , e colla ])crdita di venticinque uomini . Andò quindi il Guisa a fermarsi ne' territorj di Pereto e di Corropoli , nella pianura della L'brala . Fu dunque il giorno 16. Maggio , che Civitella e il suo tenimenlo si videro afTatto liberi a sgombri da potente rd accanito nemico . Riconoscendo dal Cielo favor così grande , essa acclamò protettore S. Ubaldo , di cui correva la festa : lesta che non cessa di celebrare annualmente . E sebbene tutte le case rimaste fossero più o meno maltrattate, dai cannoni e dalle bombarde , e si avesse a deplorare la morte di taluni j pur fu quella una giornata di generale tripudio . Così ebbe fine un famoso assedio , da cui ridondò sommo onore all' Italia , perchè la Guarnigione era composta di soli Italiani : ed «gli uomini ed alle donne di Civitella , che valorosamente cooperarono alla vigorosa difesa : e risultò la salvezza del Regno , avendo la resistenza di Civitella dato tempo al Dura di Alba di allestire 1' esercito e di condurlo alle frontiere . Si osservò come cosa memorabile che nei ventidue giorni dell' assedio , neppur un uomo avesse abbandonata la Piazza , e molto meno disertato al nemico . Sbagliò all' ingrosso Marcucci', protraendo fino ai ia. Agosto la partenza del Guisa dal campo di Civitella . E se veramente per ricevuta ferita trasportato in Ascoli il Francese Colonnello Arturo Tiercellin, vi morì ai 9. Giugno , come dall' iscrizione apposta nel sepolcro di lui iu quel Duomo ; fa uopo dire o eh' ei fosse stato ferito sotto Civitella nella prima metta di Maggio , o se fu realmente ferito sul principio di Giugno , come scrive il Marcucci , ciò fosse avvenuto ne' consecutivi fatti di arme , de' quali passiamo a dar conto .
Il Duca di Alba , risoluto di non cimentarsi in giornata campale con un esercito , rispettabile sopra tutto per bella ed agguerrita cavalleria , ma di cacciarlo dal Regno mercè un savio ed imponente contegno , limitavasi a spedire spesso da Giulia de' distaccamenti ad impegnare scaramucce. A vieppiù molestarlo , e ad evitare il caldo e la corruzione dell' aere , che comin-ciavansi iu Giulia a sperimentare ; fece occupare di notte Tortorelo , ove andò a fissare gli alloggiamenti , dalla parte della Ubrata . Guisa avendoselo veduto tanto avvicinare , poco stette , e con ordine perfetto abbandonò la sinistra sponda di detto fiume , varcò il Tronto , e si fermò in Montepraridono e S. Benedetto . Non per questo volle il Viceré muoversi da Tortore-to , sebbene desse licenza a molti Signori ed a varie compagnie di Regnicoli e di Siciliani di restituirsi alle loro case , tanto più che vennero a rinforzarlo quattro mila Spagnuoli . Come per lo scioglimento dell' assedio di Civitclla , così per lo sgombramento del Regno , celebraronsi in Napoli solen-nissime fesle ( Panini tom. 1. ). Il Guisa frattanto, avendo fitto nel capo che la Corte di Roma avea mancato agi' impegni contratti , trattava aspramente le Città ed i Luoghi della Marca e minacciava di tornarsene in Francia . Pure d' ordine del suo Re , e pei conforti del Duca di Palliano , ridusse 1' armata a Macerata . Allontanato eli' ei fu dai confini , anche il Viceré si partì da Tortorcto per recarsi a manovrare nelle vicinanze di Ascoli,