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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1833, pagine 320
CAPITOLO LXXI.
Origine della processione di S. Berardo nella Domenica in A Ibis : e della festa di S. zinna.
I prandi avvenimenti del hanno distolta la nostra attenzione dalle
inimicizie suscitate in Teramo dal bizzarro carattere di Scipione di Gennaro , temporaneamente dal Triglianes tenute a freno. Ad esse ora tornando a rivolgerla , ci basti quanto ne scrisse il Muzj, Storico contemporaneo ( di, ms. in f. ) » Furono uccisi in cinque anni , che durarono dette inimicizie , » cento e più persone tra Cittadini principali e inen principali , e Forestieri.... » agli agguati , alle improvise incontrature , alle scaramucce dentro e fuori » della Città , agli assedj ed iucendj delle case . Il numero di cento morti » a voi par grande , ma se sapeste , come io so , quante volte scaramucciaci rono, quanti furono alla stretta coi pugnali in mano, quanti si eran mossi si con intenzione di far giornata , essendo il più delle volte trecento uo-« mini per parte , che poi per menoma ed impensala cagione non si poteva-» no incontrare ; il riputeresti numero pochissimo . E ciò si ha da attribui-u re solo alla divina bontà , perchè sebbene gli uomini avevano le intenzio-» ni e le bocche piene di sangue de' nemici ; le donne dell' una e dell' al-ìì lia Fazione ( non tenendosi la parola , ma salutandosi e consolandosi >j 1' una coli' altra ) frequentavano sì devotamente le Chiese , ed ivi con la-» gl'ime e sospiri si raccomandavano alla Maestà Divina , che furono bastan-» li ( se ciò è lecito dire ) a ritenere Iddio , che non isfogasse 1' ira sua » contro gli uomini loro . Finalmente il Marzo i55q. per ordine del Viceré » del Regno , con lettere pregalo e sollecitato da Monsig. Giacomo Silverio « Piccoloniini ( che sia in grazia ) nostro Vescovo , essendo Governatore >j di queste Provincie Ferdinmido Figueron , e della Città Chrisoval Santi to-SteJano , furono fatte le paci avanti S. Maria delle Grazie , cioè fuori »} la Chiesa , alla presenza di detto Vescovo , Governatore , Uditori di Pro-3> vineia , e quasi di tutto il popolo di Teramo , le quali furono inviolabil-» mente osservale e mantenute » . A tal fine ( Giordani aggiunge ) il Vescovo Giacomo accortamente promosse le riunioni e gli onesti divertimenti fra i cittadini . Il governo Viceregnale fu sempre debole , ma molto più dovè esserlo dal 1554- al i55t)., nel qual intervallo il Regno cambiò ( oltre il Viceré Duca di Alba ) cinque Luo»oteiienti generali , cioè il Cardinale Pacecco , Bernardino de Mendozza , Federigo di Toledo , Giovanni Mart-riquez de Lara , ed il Cardinale della Cucva . A buon dritto si ripetè dunque dall' intercessione di Maria SS. e di S. Berardo , fervidamente e perseverantemente implorata dalle buone Teramane , la cessazione del male . A tributarne all' uua ed all' altro debite grazie e perenni , istituita venne la festa della Pace , da celebrarsi in ogni anno nella Domenica in sllbis : senza dubbio perchè nel i559. a tale giorno fu rimessa la pompa religiosa , con cui festeggiar si volle la ristabilita concordia . Non sappiamo in che consistesse la festa ne' tempi a noi lontani, ma ben lo sappiamo riguardo agli ultimi anni di sua durata , essendo a memoria di alcuni nostri vecchi .
Verso la mettà di Quaresima si eligevano dal Magistrato due gentiluomini e due gentildonne per ciascuno quartiere , colla doppia incombenza