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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1833, pagine 320

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   deperimento dello spirito patrio . Il popolo pare clic si vendicasse delle prepotenze di alcuni grandi , col non intervenire clic a stento ai Parlamenti , e coir uscirsene talvolta avanti che si conchiudessero . Lo stesso Consiglio non poteva sovente aprii si , ,>er mancanza dei numero sufficiente di Vocali . Si comminavano all' uopo delle multe , le quali non pertanto rimanevano senza riletto. Mollo si occupavano i Senatori del prezzo e della qualità delle carni , nulla della qualità e del peso del pane , uè della misura del vino e dell' olio : da lhr giudicare clic loro premesse più ciò che compravano , clic ciò the essi vendevano ed il popolo comprava . Le lagnanze del Capitano Forti, sul non esigersi i conti da chi avea maneggiato le pubbliche entrale, erano disgraziatamente, giuste . Quindi gli arretrati de' versamenti m ila Tesoreria provinciale , a motivo de' quali il Luogotenente del Tesoriere ritenne iu Atri Antonio Consorti , Cola Urbani , ed Angelozzo Lupi mercanti di juinni, reduci dalla fiera di Lucerà , in Novembre i5lji. Più grave fu 1* aflionto commesso uell' ora di vcspcro de7 i-q. Novembre i5t!f). dal Capitano di campagna , Commissario contro i banditi , malcontento che il Magistrato non gli fornisse quanta gente ci richiedeva : qui insiluit in personam magnìfici Cicconis Consortis ( uno de' Reggimenti ) euni fune libando , et tentando ejicore per fenestrata Paint ii , et postmodu/n per Fonine ligatuni cum ducendo in Pafatiiun Domini Cnpitanei. Congregalo il Consiglio nella seguente mattina , decise all' unanimità d' informarne per espresso la Regia Udienza , e duplicandosi le insolenze , di ricorrere per uomo apposta in Napoli a Sua Eccellenza. Il Sig. Capitano di Birri non si sarebbe certamente azzardalo a dare mi posso sì ardilo e degno delle sue abitudini , se la Città non lbssc caduta in una specie d' indolenza sulle pubbliche cose : e se dopo la pace dei 135t). le discordie tra i cittadini non fossero nudale ripullulando , come da parecchi tratti dei due volumi pur troppo rilevasi .
   Niun lume all' incontro essi forniscono circa la Bagliva , della comunemente Corte de' danni dati , perchè le toccava conoscere e punire i danni commessi nelle campagne : né circa la Portolanìa , che per inquisizione e per querele delle j>arti , procedeva nelle usurpazioni e negl' imbarazzi dello strade e degli altri pubblici siti : nò circa la Grascerìa , appellala pure uffizio dei pesi e delle misure , dal suo oggetto di marcare i pesi e le misure , e di procedere contro coloro , che usassero pesi e misure o false o non zeccate. Ma più antico registro del Cancelliere Uranj del i54o. e ,541. c'istruisce che la Bagliva apparteneva alla Città , la quale ad bene-piatitimi la lasciava godere al Regio Capitano : non così i due alili uffizj . A rilevare i cittadini dalle molestie de' sitibondi Commissarj , soleva la Città venire con essi a convenzione per una data somma. A quattro dunque riduccvansi i Magistrati giudiziarj di Teramo : Giudice del Civile , Giudice delle seconde cause civili , Regio Capitano e suo Assessore , detto ancora Giudice Criminale .
   Il primo , eletto dalla Città nel modo sopra spiegato , era costantemente un riputato Dottore forestiero. Tali furono Pietro Sambuco di Lanciano, Tommaso de Ursis di Eboli , Silvio Petnicc• di Aocarano , e Costanzo Probi di Atri . Ma se un cittadino tornava iu patria decorato di laurea , a lui deferivasi la carica di Giudice per un intero anno , come spiega la pa-tenle iu favore di Venanzo PelUcciante , de'24. Agosto i5t>3 : Populum nostrum ilhul jampriilem sui amo Consilio jussisse 7 omnibus Nostratibus