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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1833, pagine 320
Per lo contrario le altre tre Terrò del Marchesato non tornarono mai in mano degli Acquaviva . Ai 6. Aprile it>3(). Francesco Filonuirini Principe di Rocca Aspra , per istrumento di Notar Domenico de' Masi di Na-j>o!i , vendè S. ¦Omero e Poggio-Morello a Diego de Mendozza e Alar-con Marchese della Valle Siciliana : la cui famiglia le ha godute lino ai giorni nostri , o sia fino alla catastrofe della feudalità . Riguardo a Carmino, si rammoateuà il Lettore che soltanto 1' utile dominio se e' era acquistalo da Baldassarre Acquaviva , avo di Andrea-Matteo. I Duchi di Atri eransi mantenuti nel dritto di intronato sì della Pievania clic degli altri bencficj . Ciò sembrò duro ai Mendozza , in potere de' quali quella Terra pur cadde , ¦e sì Tcoero a pretenderlo, come inerente ed accessorio all' utile signorìa. Restò sopito il litigio mercè una transazione , stipulata da Antonio Spirdi di Bollante agli 8. Luglio iG34- f'a Alvaro /le Mendozza ed il Duca Giosia 111in cui si convenne che il controvertilo patronato si esercitasse alternativamente una ¦volta dai Duchi ed una volta dai Marchesi , in jierpeluo . Di tale accordo si fa menzione nelle bolle Cajulolari d' istituzione del iGSj. i66i. i6Gq. e jG8j. ( Ar„ Cap. n. £>. )
I movimenti feudali avvenuti in selle Università della nostra Regione m'invitano ad altri cerniamo , accadali rapporto ad altre quattro, nel corso pur del secolo XVII. L' iu.de dominio di MorUepagano ( giaccliè il diretto slato sarebbe della Badia di S. Gio. in Venere ) appartenne ai Duchi di Atri fino agli li. Pebbrajo i633. giorno in cui , p r istrumento di Notar Domenico di Ma se di Na]>oli , il Duca Francesco lo cede in soìutum et prò soluto a Gctmaro Caracciolo ( Pr. ben. n. aao. ) . Imposto indi a non mollo alla rendila sotto 1' asta pubblica , fu comprato da Giulia di Capila del Balzo Duchessa di Termali cosicché ella nominò alla Pievanìa 11(4 i638. e nel 1640. ( n. 181- ). Giulia fu moglie di Francesco di Capua Principe di Ilo eoa Romana . Anton-Francesco di Capua del Balzo Dura di Termoli , Principe di Rocca Romana ed utile Signore di Montepagano , esercitò il dritto di patronato sulla Pievania e su quei bencficj feudali dal i66q. al j 683. , ed Andrea di Capua uel 1686- . Per non anticipare di troppo le memorie del seguente secolo , diremo altrove il come ed il quando la famiglia di Capua si disfece di Montepagano- Con maggior chiarezza i processi bcneliciali ci danno a conoscere i padroni di Montorio , nelle nomine all' Arcipretura ed ai Canonicati di quel Collegio . Vedemmo che nel x585. lo era Lelio Caracciolo . Undici anni dopo però scorgevi quel ragguardevole Feudo j>asfialo a Sallustia Cerrìna Crescenzj , e quindi successivamente a Melchiorre ed a Crescenzio Crescenzj , nobili Romani , col semplice titolo di Baroni . Non so di quale titolo andasse fregiato Francesco Crescen*j : ma Eufemia della Zazzera di lui giovane vedova , ncll' essere immessa in possesso di Montorio, a' 18. .Luglio 1648. in virtù di testamento del defunto marito , e ad onta delle pretensioni di Marcello Crescenzj , da Barmtbeo Robles Uditore di Apruzzo Cjjra , delegato dal Collaterale Consiglio , venne appellata Marchesa . L' onorevole grado non contentava le voglie tutte di Eufemia ella sentì bisogno di un secondo marito , e se lo procacciò nella jiersona di Cesare Sersale. Buono per lei che nelle tavole nuziali, stipulale ai. 5. Febbrajo i65o. si riserbò il pieno godimento dello Stalo di Monlorio . Imperciocché dopo qualche anno i novelli conjugi , venuti ad aperte rotture ed a clamorose liti nel sacro Regio Consiglio , si se-