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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1833, pagine 320

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   nata . Si espose frattanto 1' augustissimo Sagramento in tutte le Chiese , alle «piali corsero ad implorare il divino ajuto , a piedi scalzi, le donne , i vec-chi , e i fanciulli : ed i Canonici fecero una processione di penitenza per l    La risoluzione , che il Duca prese fu di assaltar Teramo nella vegnente notte da due punti , per la strada ordinaria cioè die immette a j>orta Regale , e dalla parte di settentrione . Commise pertanto- al Barone di Giugliano di varcar Tordino molto al di sotto della Città , di rimontare di ,>oi il l'osso di Cartecchia , onde non essere scoperto , di risalire sopra Caso li , e di fermarsi alla contrada delta le Cavtr grandi , per ivi aspettar la notte , quando assalir dovea Teramo alle mura del quarto di S. Leonardo , con presso ad 800. fanti che gli assegno : nel mentre di' ei col grosso dell' armata investita l'avrebbe al lato orientale . Il Giugliano eseguir non potè la sua commissione con tale segretezza che non ne giugnesse notizia al Pignatelli , cui. giunse di latti circa il mezzodì . Stimò dunque costui prudenza chiamare a consiglio non solo gli U(Tiziali Spaglinoli , ma i Sigg. di Reggimento altresì , ed i più savj Gentiluomini , Menti*' erano lagunari » ecco clu; uscendo dalla Città Torquato Mezzucci li ( scrive Giordani ) con cinquanta- suoi >» aderenti e servitori , passando in mezzo de' trincerati Spaglinoli ,. si gcnu-« tiesse a 1). Michele, e così gli disse: io sono Torquato Mezzucdli di » questa Città , quello il quale , anni sono , ebbe la temerità di sparare un' » arcfiibugiata al Regio Governatore di essa , per la quale mi trovo Fuor-» giudicato . Tanto delitto voglio pagarlo con la vita in servizio del Re N. » S. r e perciò la supplico darmi licenza eh' io possa portarmi ad eseguire » questa mia risoluzione contro quelle truppe popolari y che stanno postate » nel luogo detto delle Cave . » Attooito e perplesso rimaneva il Pignatelli, ma rassicurato dai cittadini ivi presenti sul coraggio e sulle rette intenzioni di Torquato, diedegli il domandato permesso-, e gli soggiunse elio avrebbe fatta gradire al Re ogni di lui , benché piccola operazione »
   Contento il Mez^uceUi , per la strada elio lascia a destra il Casino Vescovile , si diresse co' cinquanta compagni alle Cave , mettendo la possibile attenzione , a non farsi scuoprire da lungi . Scontrandosi co* primi popolari , li trovò spensierati seduti e cianciando , perchè n n si aspettavano- alcuna visita r ma che all' accorgersi diìgli assalitori presero e scaricarono le armi . Torquato- seppe maestralmonte evitare le palle fàcend' egli ed onlinaiido ai suoi un faccia a terra. Alzandosi i 111 inanimenti T si avanzò correndo dietro ai nemici , senza dare loro tempo di caricar nuovamente i moschetti , rivolgendosi bene spesso per un istante verso la strada percorsa per gridare ad alta voce che a filettassero il passo , come se altre truppe dovessero raggiu-gnerlo , e come se le eminenze di Casoli ne occultassero momentaneamente la vista . Lo scompiglio de' popolari postati verso mezzogiorno si d i il lise agli altri : talché il Barone temendo di essere attaccato da tul^e le forze del Pi-guatelli e de' Teramani , e vedendo ad ogni modo frastornato il piano del notturno assalto ; determinossi a ripiegare sul Corpo principale , colla perdita di alcuni uomini , che nella retrograda marcia si dispersero , e che restarono uccisi , e di un suo servitore , che rimase prigione . Ai primi indizj dd fulicj successo del MjzìucjIH , il Preside , che nou si era mosso dalla