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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1833, pagine 320

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ie accalorare. lo sborzo de' denari rìcliiestl ai particolari Teramani, c di prodigare il trasporlo alla montagne di trecento some di grano tolte dalla possessione del Sig. Isidoro Fatrìzj di Montorio in Montcpagauo . Capitandogli in mano una quantità di ferro , che. da Giulia si dirigeva a Montorio, e due muli del Vescovo Armenj andati a caricar legne ; Sgarrone trova molto a proposito sostituire il ferro alle legne , e col più nobil carico avviare a Fiume i muli di Monsignore . Vòlte la combinazione clic nello stesso giorno un altro Vescovo soffrisse gli afTronti de' banditi - D. Germanio Rozzi, zio di Sautuccio , ottenute avea dalla Datarìa le bolle dell' Arcidiaconato di Campii , e da Roma , ove trattcnevasi , avea fatte istanze pel possesso . Essendo però annessa a quella Dignità la cura delle anime , Mousig. Vespoli-Casauat-te fu fermo ad esigere che il provvisto si presentasse prima all' esame . Si determinò egli intanto a fare ritorno all' altra residenza di Ortona , facendosi precedere dal bagaglio . Transitando questo per le Piane a Campora fu scoperto dal palazzo di Santuccio , donde uscirono dieci satelliti ad impadronirsene , ed a regalare al mulattiere una pesante dose di bastonate. Nel dì medesimo i compagni di altro caporale sorpresero 4°°> libbre di polvere , indrizzale al Sergente della Squadra stazionala in Teramo .
   3o. Marzo . Vespoli-^e sannite per restituirsi in Ortona avea noleggiato un Legno , clic dovea prenderlo a bordo in Giulia : e per recarsi a Giulia crasi munito del permesso del Preside , onde farsi scortare da Domcnicanto-nio . A nascondere la sua mossa si dirige prima alla Penua , ove posa in casa de' Mancecclii . Ma è costretto a ritroccdere all' avviso che numerosa gente di Santuccio , informata del suo viaggio , stava ad aspettarlo a Salinj.
   Fra le tante insolenze de' banditi dall' Autore notate , compendiamone una , che ha del curioso . D. Luigi figlio del Castellano di Civitella dilet-tavasi mercanteggiare . Mandati avea cinque muli carichi di canape e di funi à Penne , per reimportarne olio ; quando il convoglio presso Lordino s' imbattè cou uua Comitiva , la quale tolse tutto , lacerò le lettere e congedò , previo buon regalo di bastouate , i vetturiui • Ripigliarono costoro la strada di Civitella , ma perchè cammin facendo , chiamati dalle scolle del palazzo di un Caporale , non si fermarono ; ebbero , sopraggiuuli, un secondo rin-iìesco , per cui •oppo mal conci poterono ripresentarsi a D. Luigi.
   22. Aprile. F. Giovanni, Guardiano Minorità, cugino d'uno de'Capi, sentiva pena che mentre parlavasi dell' attività del nuovo Viceré e della sosti luzione di Pmvenzale al Minitelli , i banditi fossero scissi nel partito di Titta ed in quello di Santuccio . Fra le comitive subordinate al primo e Le altre addette al secondo era accaduto un fatto d' armi al Colle di Amaro, ai 28. Marzo : e mancò poco che altro più sanguinoso non ne accadesse nel dì seguente nel piano fra i Cappuccini di Campii e la costa di S. Michele . Altra zullà era avvenuta al Passo di Civitella ne' primi giorni di Aprile tra le fazioni de' Vitelli e del Bianchini, con morti e feriti da ambedue le parti . Ricatti e rappresaglie tra comitiva e comitiva sentivansi ogni giorno : nè solo di vettovaglie e di animali, ma eziandio di persone . E' pare che se il comune interesse non avesse riuniti gli animi di quegli scolorati , a non lungo andare si sarebbero distrutti da per loro . Tanto perora F. Giovanni che Santuccio , Cicconetto, Sgarrone , i Vitelli, i Cecchini , ed i Paletti si riconciliano coi Manceccbi , col Bianchini, e cogli altri partigiani di Titta .
   ^4. Aprile . I riconcibati Caporali partono per riabbracciare Tilta e Gio. Berardino , e render così la pacificazione generale e completa .