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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1833, pagine 320

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   zioili ila Locca , ciò clie noi volgo tic' banditi eccitava serio malcontento : e quel eh' era peggio , scorgevasi Titta caduto noli' abbattimento . In questo stato di cose la probabilità di rimaner di breve lutti circondati dalle truppe spaventava ragionevolmente Santuccio . Dispose quindi uri ritiro nelle montuose selve dello Stato Pontificio , ove gli bisognò mettere in opera tulta 1' eloquenza di cui era c'apace , per esortare i melanconici banditi alla pazienza ed ai digiuni . Tristo confronto co* lauti banchetti , allorché padroni della provincia T si abbandonavano alle intemperanze d' ogni specie . Volle il Preside profittare dell' ozio, die l' emigrazione de'facinorosi gli offriva : e lasciati nelle montagne ad invigilare sui loro movimenti i5oo. soldati di tracolla Calabresi , solla gli ordini del Cavalli ; ci venne a riposarsi in Teramo colle compagnie Sj agnuole e co' soldati di campagna .
   lignravas» 1' intraprendente Santuccio di potere, come per lo avanti r trarre soccorsi dai Villaggi , sili sui monti del Governo Ascolano : ma anche in ciò a lui si mostiò contraria la sorte, essendo giunte, a rimostranze dell' Ambasciatore di Spagna in Roma T proibizioni severissime d' Innocenzo Al. di qualsivoglia asilo od ajulo ai banditi del Regno. Quindi i Marcheg-giani nioiiiaiiair , malgrado che contassero tra i fuoruscili non pochi parenti, scongiurarono Santuccio a non volerli compromettere col Governatore di Ascoli , e ad allontanarsi da quei luoghi . Santuccio , che nella Marca considerava la via del suo scampo, non volle vieppiù inimicarsi quelle popolazioni , ne olleridere il Governo Pontificio : laonde determiriossi ft retrogradare , uè ;i lui fu dillicitc sbaragliare i Calabresi, i quali si accinsero a disputali; li il reingresso . Ignari dell' assenza di D. Alonso e delle migliori truppe , convennero i Caporali ili fare una scorreria nelle parti marittime : e ciò* non tanto per istaurare gli assalitori T (pianto per provvedersi ili viveri . Immaginavano che muovendosi di notte avrebbero avuto agio bastante , fino a che 1>. Alonso non discendesse dai monti alle pianure per iscac-ciarueli : nel qual caso si proponevano con altra marci» notturna di riguadagnar le montagne . Nelle circostanze attuali era questo il piano più plausibile , che mai si potesse ideare : ina fondavasi su d' un falso supposto y cioè sulla creduta dimora del Preside e di tutte le truppe nei menili . Rimasero perciò sconcertali , allorché rifacendosi nelle adjacenzer al Convento de' PI1. Osservanti eli Mosciano delie forzate precedenti astinenze, si accorsero avere alle spalle D. Alonso colle compagnie SpagnuOle e di campagna , volate da Teramo al primo avviso della loro mossa . Non sappiamo per quale divisamente) eglino risolvessero eli guazzar Tordino, e eli aspettare in Cotogna a piò ferino i Regali , clic marciarono per assalirceli . Quella volta sì che i banditi si difesero da disperati . Sortiti in più drappelli eia Cologna , obbligarono il Preside a rinculare in disordine . L' aiutante Maggiore Biagio Tccchcda ebbe ucciso sollo il cavallo , ed ci caduto ili potere de' ribelli slava in ginocchio e colle braccia incrocicchiate al petto domandando in grazia la vita a due banditi , che gli avevano impugnati i fucili ; quando fu loro ritolto dal Capitano Diego Ramires e dall' Altiere Emanuele Villa-f'uerte , i quali esponendo generosamente se stessi , spiccaronsi per salvarlo .
   Prcparavasi D. Alonso a ripigliare 1' offensiva pel dì seguente e ad assediar Cologna , avvegnaché il colaggio de' partigiani avesse ingerito gran timore ai soldati ; ma venne a trarlo d' impaccio la noti ia che i facinorosi , al sopraggiugner della notte, eransi diretti verso ponente . Caminin essi facea-