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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1833, pagine 320

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   a5i
   genti presero po«to dietro le mura , allora esistenti , e caricarono a mitraglia il cannone situato fuori porta S. Giorgio . Comparve di fotti Clunioi snl-l'imbrunire , ed avanzandosi con poca circospezione , soffri 1' iniprevedulo scarico del cannone , che lo fece rinculare sull' eminenza di S. Venanzo , ove per un* ora e mezza scambiò fucilate coi Teramani, riparati dalle mura. Figuravano tra i difensori non pochi ,>acifici cittadini , i quali avendo preso le armi per mera paura , profittarono della confusione per riguadagnar» le rispettive case . Accortosi Chariol che il fuoco diveniva sempre men vivo , fece in fine muovere la sua truppa a passo di carica , a tamburi battenti : ed entrò in Città , senza poter cogliere niuno de' veri Insorgenti , dileguati per le tortuose vie , che mettevano ai Cappucciui . I Francasi accusarono la .perdita di quattro uomini uccisi dalla mitraglia , e di un Ulfiziale ferito : un Giornalista , che ho sotto gli occhi , la fa ascendere ad un centinajo fra morti e feriti : la verità sta fra questi due estremi .
   Teramo avrebbe corso il rischio di generale saccheggio e di chi sa quale strage , se la Divina Provvidenza non avesse disposto che ai fianchi di Cluirlot si trovasse un dotto Medico della Regione , il quale seppe sostener così bene che la causa del tutto non aveasi a confondere con quella di una parte soltanto , clic C/iarlot , avanti di muoversi da S. Venanzo , ordinò ai soldati di non cagionare alcun male , entrando in Città . Ciò per altro non bastò ad impedire alcuni guasti parziali, specialmente ne'contorni delle piazze , ove i Francesi si fermarono la notte : nè i colpi di fucile scagliali contro chi o per curiosità o per disgrazia fu colto o per le strade o alle fine-Siro nell' ingresso ; imperocché sospettavano di resistenza anche nell' interno . La notte-fra il a3. e a4. Dicembre è una delle più lunghe dell'anno, ma essa pive il doppio più lunga alle sbigoltite famiglie , le quali non consapevoli della mediazione del giovane Medico , e veggendo dalle due ore della notte succeduto agli antecedenti rumori un perfetto silenzio , dubitar non potevano del ritorno de' Francesi e dell' opposizione lor fatta . Ne' giorni seguenti sembrò che Churlot deposta avesse ogni idea di risentimento : il che rassicurando i fuggitivi e i latitanti , ebbe egli campo di farne arrestare un buon numero . Qui pur valse 1' interposizione del Medico e di qualche benefico concittadino , ond' è che rimasero tutti liberi , ad eccezione di quattro , i quali coinè imputati dello sparo del cannone , Cliarlot volle inesorabilmente fucilati nel sito ove lo avevano operato . Il delitto delle campane nè meno venne obbliato , che tutte rimaser rotte , a riserba delle due più grandi dui Duomo , le quali calate sullo soglio de' lor lìnestroni ebbero rotti i soli grappi .
   Campii avea seguito 1' esempio di Teramo . Anche là entrata tumultuaria de'contadini , ai 21. Dicembre , previe intelligenze: anche là saccheggio di una casa , compagnie , guardie , posti avanzati , e consecutiva defezione dei rustici armati . Anche là notturno reingresso de' Francesi , sortiti dal Forte di Civitella , ai 26., e fucilazione di un già volontario di Contro-guerra , cui venne attribuita la cagione della sommossa . Oltre le descritte conseguenze parziali , una ve ne fu di generale interesse per ambedue le Città : il mantenimento , cioè , a tutte spese , delle forti guarnigioni lasciatevi. In mezzo a tali angustie trascorse il 1798. per dar luogo ad un anno, ancor più gravido di disastri , nel rammentarmi do' (piali confesso che la penna mi cade sovente di mano : nè tanto pe' cenni generici , cui mi limite-