Stai consultando: 'Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3 ', Niccola Palma

   

Pagina (289/321)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (289/321)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1833, pagine 320

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   mera precauzione , «Iettata dal timore e giustificata dal drillo di difendersi r ina troppo leggiermente credè che si trattasse di contro rivoluzione . Già cominciava a fremere ed a tumultuare , allorché avvertito il Sindaco , Sig. Sigismondo Sovini da due egregj cittadini del pericolo minacciante gravi disastri alla patria , volò in piazza , ove fattosi mediatore ed interprete fra 1' una e 1' altra parte de' suoi amministrati , rilevò di breve il reciproco inganno : quale da lui esposto e smascherato ad entrambe , gli fu quindi facile il calmare gli spiriti, e lo sciogliere ogni assembramento . Ad una cosa sola si mancò , a prender conto cioè di quel seminatore di discordia , ed a tradurlo alla Corte criminale .
   Nel dì seguente de' aH. i Teramani erano tornati alla loro consueta armonia ed ilarità . Al rivedere , dopo nove anni e tre mesi, la firma di Ferdinando nella proclamazione datata iu Palermo al i.. Maggio , in quel giorno pervenuta ed allissa , portante una piena e totale amnistìa sulla passata condotta politica di chicchessia ; bisognò che rintracciassero un' immagine in tela del Ile e la portassero come in trionfo per le strade , fra incessanti evviva e cento dimostrazioni di gioja . Fu questa lo spontaneo atlestato di divozione verso la Borbonica Dinastìa delle classi inferiori de' cittadini ; mentre le stqieriori pensavano a manifestarlo con pubbliche feste , da superare qua ni' altre se a' erano solennizzate per fi» addietro . Un mese intero fu speso iu preparativi . Monsig. Nanni , fatti venire i migliori e più ricchi addobbi delle Chiese della Diocesi , die il mezzo di convertire il Duomo in magnifica gallerìa cristiana . Durante 1' apparecchio , il Capitolo scelse per ulliziare la Chiesa di S. Francesco, ove nel dì il. Giugno gli Uffiziali militari prestarono giuramento di fedeltà a Ferdinando IV. Quattro giorni durò la festa, animala dalle bande musicali di Atri e di Mosciano , da brillante illuminazione nelle sere con iscrizioni trasparenti , da archi trionfali e da temporanei lempj . Ebb' essa principio nella mattina de' 24. col trasporto della venerata statua della Madonna delle Grazie nella Cattedrale fra mezzo ad affiliato popolo , a continui spari , ed agli arazzi ornanti i balconi e le finestre . Una Messa in musica , i primi Vesperi , ed una corsa di cavalli riempirono il resto del primo giorno . La moltitudine degli accorsi forestieri , fra i quali coutavasi un Generale Austriaco , reslò nel secondo giorno soddisEitta dalla Messa pontificale , eseguita dalle più applaudite voci e strumenti , chiamati anche da lontani Paesi : da uno steccato di buoi , dalla Salve Regina e Litanie degli stessi professori , e da un primo fuoco artificiale . Vennero al terzo giorno riserbati /' Oratorio , e la seconda corsa de' cavalli : ed all' ultimo la solenne Processione, il Te Deum , il riaccompagnaiucnto dell' adorato simulacro alla sua nicchia , più concerti istrumenlali uel Duomo, e 1' incendio della seconda macchina di fuochi artificiali .
   Alle descritte feste non partecipò il Marchese Ferdinarvlo Cito Intendente interino , venuto soltanto in Agosto , nè 1' Intendente proprietario Gennaio Capece-Scondito , giunto in Settembre . Trovò costui la provincia in qualche apprensione a motivo della scarsezza della ricolta , attribuita alle quasi giornaliere e sempre dirotte pioggie di Giugno , le quali danneggiarono assaissimo i grani prossimi alla maturità e fecero ad un tiatto salirne i prezzi . È della carità cristiana il supporre che Monsig. Nanni non solamente dall' impegno di conservare i diritti della sua mensa , ma dal desiderio altresì di giovare a' suoi poveri, si muovesse a reclamare la [tensione eh' era-
   37