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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
Piccione Pace , stabilito in Roma , era ^Teramano di patria , ma ( a quel che sembra dal suo carteggio ) Ebreo di condotta pecuniaria . Gridava che il Capitolo lo manderebbe per la limosina , che più non aveva un qua-trino per troppo buon cuore , che non poteva ricuperare il. suo . Pure non dee negarsi che costui non fosse ivi stato di ajuto grande ai Canonici. Bisogna ridere nel leggere una sua lettera de' 20. Aprile i5go. per le meraviglie che fa ( Fase. ai. ) come ultimata appena la luuga e dispendiosa lite col Silverio , mercè l'accordo; il Capitolo ne avea promosse delle altre : » Ilavertite che in Roma ci bisogna danari , et come non se maneggia il » deto grosso , non se fa niente » . Le nuove questioni , alle quali alludeva Piccione , esser doveano non solo quelle da noi toccate nel Gap. LXXV.. e teste nell' articolo Giurisdizione di Nereto e Torano , ma 1' annessione altresì di molti beneficj semplici , da Ricci ideata per 1' erezione della prebenda teologale , e per la dotazione di un Collegio de' Padri della Dottrina Cristiana , da lui stabilito nelle Chiese e fabbriche di S. Getulio e di S. Catarina . È mio avviso che le sue intenzioni fossero rette e lodevoli , ma che il suo Mianese Vicario avesse esacerbato Capitolo e Clero . Nel i5go. il malcontento era al colmo . Si ripeteva che 1' annichilamento di tanti beneficj ridurrebbe alla miseria un Clero , altronde povero : che non ti era potuto ottener mai che la Curia nel formare i processi e nel sentenziare avesse , giusta il disposto dal Concilio di Trento , in Assessori due circospetti Canonici della Cattedrale , da eleggerei dal Capitolo : e che il Vicario ed il Mastrodalti avrebbero dovuto subire il sindacato . In una congregazione , da dirsi preparatoria ad un capitolo generale , tenuta nel dì 11. Luglio ( n. 10. ) si pose sul tappeto il disegno di una volontaria unione di tutt' i beneficiati urbani e diocesani , di una tassa , di due esattori , di un Consiglio da ragunarei in ogni Lunedì , di un Avvocato e di un Procuratore stabdi , così in Teramo come in Roma , di un Cardinal protettore , e di uh potere straordinario da abbandonarsi al Camerlengo in certi casi » perchè » se vede che la moltiplicità nei governi è dannosa , et mai se resolve cosa » alcuna , ma tutto il tempo se consuma in discorsi » : e si era trovato vero il proverbio : quod comuniter possidelur, cornuniter negligiiur . L' immaginazione , sempre facile nei Poeti , diede a vedere a Sir Principio Fabricj come sodi e durevoli quelli eh* io chiamerei moti primo-primi dei corpi morali : ed ci s'indusse a partire per |