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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 4

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1834, pagine 340

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   >3 perchè dal Rcv. Capitolo io non merito esser trattato in qucslo modo.... jj Tornare , et con che ? disse Cecco Cesio » . ( Fase. 21. ) . Il Fabricj continuò a dimorare in Roma , nè fu così matto da non rindennizzarsi dello spoglio sofferto per istrada , appena gli giunse in mano una somma mandata dal Capitolo in conto ad Alessandro Silverio : secondo che ricavo da una lettera di Messer Piccione de' 32. Dicembre 1592. Tutto ciò ben considerato , io non attribuisco nè alle opposizioni del Capitolo , nè ad un' istanza di nullità e di appello , presentala al Vicario Sante Tancredi con pubblico atto di Not. Giovanni di Febo dai Deputati Sir Monodante Fabricj e Sir Venanzo Cristalli ai 16. Settembre \5gi. , e -nel dì 28. dal Collegio in corpo ( Fase. 17. ) il non avere avute conseguenze l'annessione dei beneficj semplici sopra espressa , già decretata da Monsig. Ricci residente in Campii.
   E delle contestazioni con Visconti circa il ricupero di S. Gctulio , e coi Frati in ordine al pagamento delle decime ed alle funzioni funebri , che mai avvenne ? Cosa presagir della prima , se essendosi il Capitolo doluto in Roma dell' occupazione , il Vicario Ferracidi, ad appoggiar la replica , compilato avea un informo giuridico , nel quale tre Canonici Aprntini non avevano avuto ritegno di deporre a favore del possesso del Vescovo : dopo di che il Ferraculi ai 22. Marzo 1610. citato avea il Capitolo a comparire in Congregazione ad videndum expediri causami ( Fase. 28. ). Il meglio che possiamo augurarci si è che (lessa stata fosse dal Capitolo abbandonala . Il primo capo poi di questione coi Frati fu vinto , essendoti nel 1611. impetrato Mandato de manutenendo ( Fase. 21. ): ed il secondo perduto , avend' io incontralo fra le carte di quasi tulli i nostri conventi la spedizione di una sentenza del 1G23. di Gio. Domenico Spinola A. C. perchè i Frati di S. Domenico , di S. Francesco , di S. Agostino , del Carmine e degli altri ordini mendicanti di Teramo non fossero molestati nella libertà di seppellire i defonti nelle loro Chiese , senza obbligo di retribuire , sia al Vescovo sia al Capitolo sia ai Curati , la quarta funeraria : e ciò per ragione dei privilegj di Leone X. c di Giulio IL
   Eppure una volta quel fuoco , che le corporazioni mostrano al primo nascere di una contesa , fu creduto stabile e riuscì utile. I Signori dei Governo della Città avevano preteso di avere 1' incensazione e la pace dai Canonici , allor quando costoro servivano da Diacono e Suddiacono , ed essi assistevano ai Vcsperi o alle Messe solenni . All' udire però che il Capitolo nella ragunanza de' 29. Marzo iG55. ( n. ) avea risoluto, all'unanimità , di difendere a qualunque costo il suo decoro da tale novità , ricedc-rono dalla pretesa . Del rimanente non sono nate altre contestazioni colla Città , se non in ordine all' immunità dai pubblici pesi . A ciò hanno rapporto una lettera dell' Avv. Sebastiano de Marina da Napoli ai 3i. Luglio 1S54., da cui si deduce essersi vinta in appello nella Sommaria una causa , già decisa da Vincenzo Sellini Regio Capitano di Teramo , contro un appaltatore di gabelle ( Fase. 43. ) : un esito nel bilancio del iSGa., clic mostra «levati litigi nella curto ^ Girile ed in quella del Capitano coi gabelloti della carne e della macina ( Fase. 32. ) : mia provvisione della Regia Camera perchè si restituisse 1' esatto dai pesi catastali , imposti sopra la casa o taverna della cappella di S. Giovanni ; atteso che la Ecclesia è immune et non deve pagare cosa alcuna ( Fare. 20. ): ed un incartamento, dal quale si viene in chiaro che avendo dovuto la Città , per istraordinai j biso-