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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 4
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1834, pagine 340
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sia plus ferree , ubi ecclesia poterli tibi dare fine dando et expense eie, ( P- )•
Il cennalo Preposto Attorie ebbe la disgrazia di aver cattivi vicini nei Sigg. di Troja . Non contenti Rainaldo ed Alessandro di Troia di avere spogliata la Chiesa di Marano della croce di argento , di un calice, dell' incensiere pur di argento , delle tele di un pallio e di una dalmatica , vessavano in tutt' i modi il Preposto Attone co' suoi Monaci . Si videro perciò costoro nella necessità di ricorrere al Re Guiglielmo II. in Messina , dal quale ottennero lettera Regia , in data dei a6. Marzo dell' Ind. Vili, cioè del 1175. diretta a Roberto Palatino Conte di Rotella, Maestro Giustiziere , la quale comincia così : Ex querela venerabilis viri Petti Cassinensis Abbatis , et Actoni Prcepositi, et conventus S. Angeli de Barano fidelium nostrorurn. Nostra nuper Serenitas intellexit quod Baj-naldus Alex, de Troja , auctoritate sui, ecclesiam prcedictam pluriter ag-gravant et molestant , imponendo ipsi ecclesiae adjutoria et inhonesta servila , nec non et homines ipsius ecclesiae molestant , auferendo eis bona eorum eie. Il Maestro Giustiziere , in esecuzione degli ordini dtl Re , citò al suo tribunale tanto il Preposto Attone quanto i Sigg. di Troja , e tutti vi comparvero . Impartito termine alle pruove, Attone omnia dieta sua pro-bavit siifficienter per bonos et idoneos testes . Gli avversarj all' incontro , omnia quae optuleruut probativi nihil penitus probaverunt . Furono quindi condannati costoro al silenzio , ed al risarcimento di tutt' i danni sotto pena di cento Bizanzj . La sentenza fu pronunziata nel Settembre dell' anno stesso apud Aternum ove il Giustiziere teneva corte , assistito da due Giudici , e da parecchi Conti , Baroni e Militi , fra i quali mi piace rimarcare Comes Baynaldus de Aprutio , e Gualderius de Pali. ( pag. 142. ) . O questa sentenza però non ebbe il pieno efletto , o Giacomo c Filippo di Troja non discendevano da Rainaldo e da Alessandro , o qualche dritto feudale legittimo rappresentavano Giacomo e Filippo sugli uomini della Chiesa di S, Angelo a Marano . Il certo si è clic i medesimi nel Luglio del 1205. con atto , il quale scrisse Magisler Bogerius Aprutinae Aulae publicus Notarius, così si espressero : cogitantes de die mortis, et de remuneratone eterni Ju-dicii, et prò redemptione nostrorurn parentum, remiltimus et rclaxamus in perpciuu.ni dativam cujudibet beneficii, quae homines Ecclesiae S. Angeli de Marano lenent. , et sunt sine omni reservatione , hoc est dativam duode-cim denariorum de mense Madii , quantum nobis pertinet , et sorori nò-strie Mobiline etc. Oltre la penale di cento Bizanzc , che Giacomo e Filippo s' imposero , nel caso eli' essi o i loro eredi osassero muover questione sul rilascio enunziato : et animae nostrae , soggiunsero , in dampnationem eterni Judicii deveniant , et nunquam resurgere valeant . Fra i tcstimonj soscritti si legge un altro Signore di Troja o la Troia , di nome Ugone . Ma ecco nuovi litigj fra il Preposto Giacomo , ed i Sigg. Attone e Filippo di Troja , portati alla cognizione della Corte Imperiale nel 1223. Buono si fu che recatosi Giacomo , insieme con Filippo e con Ruggiero figlio di Attone al monastero di S. Liberatore, vennero ivi, colla mediazione di quel Preposto Odorisio e di altri , ad una transazione , di cui ne stipulò istru-ìnento Niccolò Notaio di Manoppello ai i3. Settembre di detto anno . Si convenne clic quando D. Philippus vel heredes ejus filiam traderent viro , et quando facerent se milites , vel heredes ejus , de vnoquoque feudo ad