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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 4
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1834, pagine 340
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e la giurisdizione ordinaria sopra la Chiesa appartenessero agli Abati di Montesanto, a'quali dovessero i Rettori corrispondere l'annuo canone di quaranta ( non trenta , come disse il Carosi ) ducati d' oro di camera , equivalenti a settanta scudi Romani . Tale transazione fu segnata da Pio IV. e confermata con bolla da S. Pio V. L' arino del riferito accordo scuoprc che uè meno nel segnare le epoche dei Commendatori il Carosi sia stalo perfettamente esatto . Ripullulò il liligio nel governo di Paolo Emilio Giovannini primo Vescovo di Montalto, per essersi il Rettore di S. Maria Monsig. Marcello di Acquaviva rifiutato a pagare la solita prestazione . Ma Giovannini fece a lui intimare non meno che un monitorio di sospensione a divinis dell' A. C. , di che essendosi Marcello appellato , la Rota decise favorevolmente per la Badìa a'4- Luglio 1G01. ( dccis. 4^. toni. x. rccentior. Aprui'uia seu Montis Alti, Census ) . Quindi Monsig. 1' Arcivescovo si vide costretto a sborsare due. 182. d' oro di camera arretrati , e ad obbligarsi in forma R. C. A. a pagare annualmente in Montesanto nella solennità dell' assunzione della Vergine i ducati 4o, pattuiti nel i563. Tanto si enuncia in un istrumcnlo di Not. Paolo Paolini di Bellante , stipulato in S. Omero ai 24. Luglio 1G01. Allo stesso peso soggiacque il beneficio dopo che Corropoli passò in dominio della famiglia Brancaccio , in nome della quale fu tenuto dai conservatori del Monte di trenta casale nobili di Napoli. Voleva introdursi nel dritto d' istituzione 1' Abate de' Celestini come Ordinario di Corropoli nel iG54- ma il Vescovo Codebò astrinse il nominalo Antonio Franchi ad un nuovo possesso , ed a nuovo possesso obbligò pur audio nel i6Sy. Ettore Capecélatro successore del Franchi . Denegandosi costui a corrispondere il canone , soffrì 1' umiliazione d' esser pubblicamente dichiarato incorso in iscomunica , con sentenza dell' A. C. munita di Regio exequatur, nel iGGG. Tornata la signorìa di Corropoli al Duca di Atri , la Badìa di Montesanto non decadde dal possesso nè dell' annuo censo nè del jusso collalivo . Se non che devoluto quel beneficio alla Rcgal corona, per 1'estinzione della linea ducale degli Acquaviva, ne sono stali venduti i beni, divisi ora per mettà, o quasi, fra i Sigg. Trolj di Morro e Flajani di Corropoli.
S. Stefano in rivo maris sulla costiera di Colonnella , immedesimato , non so da quanto tempo colla Badìa , e perciò posseduto dai Vescovi di Montalto fino al sequestro del 1797. Monsig. Savini vi aveva costruita una casa rurale , e ravvivato il titolo di S. Stefano in una Cappella , oggi convertila in colonica abitazione . Non I10 avuto campo di verificare colia debita posatezza se vi si discuoprauo segnali di monastero . Non dubito però che vi sia stalo , per alcuno intervallo almeno , e fino a che le triste circostanze di quei luoghi bersagliali lo abbiano permesso . Come inai a S. Stclàno sarebbe stato unito ne' rimoti tempi il dritto di pescare esclusivamente per un certo trailo di mare , e come mai , auche dopo le usurpazioni , di cui si lagnavano i Vescovi di Montalto , in una conveu-*ione ripassata fra loro ed il Comune di Colonnella nel 1753. si sarebbero trovati ancora esistenti in un solo comprensorio 353. toinolate di ottimo terreno , se la mano de' Monaci non avesse preparate cotali grandezze ? Verso 1' estremità meridionale di esso , a ponente ed in vicinanza della vecchia Salaria , e perdo in qualche distanza dalla nuova , sorge un' eminenza donde si gode una veduta amenissima , e dove si calpestano ruderi , rincalzati dagli scoscendimenti dello dominanti allure della Civita . Farebbe d' uopo osa-