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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 4
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1834, pagine 340
. 3o8
Ultimata gloriosamcnle una briga , un' altra poco dopo ne sorse fra le monache e gli uomini o piuttosto feudatarj di Rocca Tolonesca , riguardo alla proprietà de' terreni selyati confinanti da capo col colle sconcacato ( la contrada tuttavia ritiene lo sconcio epiteto , derivato dall' aspetto che presenta il pendìo , ogni qual volta le piogge sciolgono le materie coloranti della vetta ) da piedi col fiume Vezzola , e dai lati co' rivi . Entrambe le parli convennero , nel dì Luglio 1298. di stare al giudizio del nobile Antonio di Tibaldo di Capua Giudice di Teramo , e ne stipulò istrumcnlo Leonardo Caslellonc Regio Notajo di Teramo , avanti a tic Giudici della Chiesa Apiulina. Si proferì il laudo, assegnandosi porzione de'terreni controvertiti al monastero c porzione agli uomini di Rocca Tolonesca , e si fissarono i termini di pietra .
Non intervenne Giovanna all' islrumento di compromesso , ma Giacoma del Poggio , clic a Giovanna era succeduta nell' uffizio di Badessa fin dal 2i. Maggio 1294., della qual'epoca è un mandato di procura , ch'ella per atto di Tornassimo di Giacomo Notaio della-Chiesa di S. Gio. a Scorzone , in presenza di Luca da Scorzone Giudice nelle terre della medesima , fece a Francesco del Sig. Matteo de Podio a poter comparire in Ascoli e dovunque , in difesa del monastero e de' vassalli . Di Giacoma si trova un' altra memoria sullo spirare del secolo XIII. quando ai 24. Agosto 1299. ella e quattro monache di Scorzone , avanti la Chiesa delle monache di S. Angelo di Teramo , locarono iu perpetuo a Pietro di Michele di Juanclla loro vassallo , sotto certi annui servizj iu denaro , in grano , in mosto , in carne porcina , in torte , ed in prestazioni di opere personali , la mcllà de' beni appartenenti una volta a Gisone di Gemma e quindi devoluti al monastero .
Corto bisogna dire clic stato fosse il badessato di Giacoma , incontrandosi Badessa nel i3oi. Sofia di Vena , come si ravvisa da un privilegio di lei , il quale ci ha conservati i nomi delle monache , che prestarono consenso , Tonimasa di Roselo , Berardesca di Fronti , Bonaventura di Civitella , Margherita de' Ginepri , Petruzia di Monliccllo , Jacobuzia di Teramo , A11-' febee del Poggio , Annessa de Vena , ed Angela delle Sette Valli . Nel seguente anno i3o2. ebbe Solia 1' onore di accogliere nel suo monastero F. Tommaso Abate Cassinesc rccatovisi in visita . Decretò costui i4- capi di ordinanze e riforme , de' quali inculcò 1' osservanza sotto pena di scomunica . Proibì alle monache di uscire dal chiostro , a meno che per causa d' infermità . Vietò ai secolari 1' ingresso nel medesimo . E prescrisse che si vendessero a qualunque prezzo , o si dessero in demanio sotto un' annua corrisposta , le case clic il monastero possedeva in Teramo ; affinchè le religiose non andassero a trallcncrvisi . Circa 20. anni dopo la visita del P. Abate , le monache soffrirono delle vessazioni pel pagamento delle adoc feudali da' commissarj Regj , proceduti fino al sequestro de' terrilorj . Ma ne furono ben presto liberale dalla giustizia e pietà di Carlo Duca di Calabria , primogenito e Vicario generale del Re Roberto , il quale agli 8. Marzo i322. per mezzo di Bartolomeo di Capua Protonotario del Regno ordinò ad Andrea di Alanno Giustiziere di Apruzzo ultra di non molestare ulteriormente le monache , loro anzi restituire i beni sequestrati , una coi frutti percepiti : quante volte non costasse che il monastero di Scorzone fosse sialo per lo addietro obbligato a qualche servizio o adoa . Il Giustiziere , chiamati diversi testimonj, verificò che il monastero non aveva subita mai alcuna prestazione