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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 4

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1834, pagine 340

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   3 iG
   carolenos duodeeim . Ai 28. poi di Novembre i531. por islrumcnto di Not. Leone Castelli , Argentina Badessa di S. Gio. «li Teramo loiò per due anni bona vulgo nuncupaia Saneto Sonimi a Scorzano , cioè lo accasa' mento de decto Monasterio de S. Jomini a Scorzano con torre , tcrrito-rj , decime , servifii, lo molino eie. Posto tutto ciò reca sorpresa il leggere in Riccanali 1111 racconto ben diverso , riguardo alla venuta in Teramo delle monache di Scorzone . Kgli scrive che considerandosi dal Vescovo Giacomo Silverio 1' insolenza de' banditi o malviventi , i quali non rispettavano affatto 1' onor delle donne , ed udendosi prossima 1' invasione del Regno per parte de'Francesi ; persuase nel i556. le monache eli S. Gio. a Scorzone a lasciare il lor monastero , e ricoverarsi in Città : che non avea potuto Monsignore ad esse apparecchiare miglior luogo dell' antica abitazione del parroco di S. Agnese : clic in seguito furono traslocate nelle fabbriche di S. Croce, ove dimorarono più anni : e che in fine vennero introdotte nella Chiesa di S. Anna , cui diedero 1' antico lor titolo di S. Giovanni. Oltre che il Riccanali pospone la venuta in Teramo delle monache di Scorzone per circa 27. anni, sembra che niun indizio abbia avuto della preesistenza in Teramo di ben altri quattro monasteri . L' unica maniera di tessere con accuratezza le storie patrie e di stancare , di perdere la vista sulle carte originali degli archivj .
   Dagli archivj appunto raccolgansi le ultime notizie sul personale c sul materiale di S. Gio. a Scorzone e di S. Anna . Chiuse iu S. Gio. di Teramo le monache di ambedue i chiostri , bisognò che di buona o cattiva voglia si uniformassero all' esatto tcnor di vita , che vi era in osservanza . Onde la Badessa si meritò lettera del Cardinal Giudiccioni , scritta da Roma ai 20. Gcnnajo i54o. in cui si congratulò delle favorevoli relazioni dategli dall' Arcivescovo di Antibari , circa 1' esemplarità di tutte le religiose . Essendo le fabbriche di S. Anna contigue a quelle di S. Giovanni , bastò aprir delle comunicazioni fra esse , per farne un solo monastero . Gli abbandonali edifizj di Scorzone all' incontro non poterono evitare una progressiva ruina . Nella visita del x583. ( Ar. Vcsc. voi. 72. ) si notò che la Chiesa a tre navi , divise da sette arcate , con altare maggiore di marmo , coperto da cupolino ornato di statue e sostenuto da quattro colonne , il tutto di pietra fina , era già lesionata ed in parte scoperta : che del pari scoperto compariva il monastero a dritta della Chiesa , al sinistro lato della quale erano le abitazioni destinale ai forastico ed ai garzoni , anch' esse ridotte in pessimo stalo , ed era 1' orlo murato ad un tiro di pietra da Vezzola : e che la stessa era la curata di Pastigliano , villa di 20. in fuochi , posta più verso i monti , e feudo delle monache . Ordinò Monsig. Ricci che tra lo spazio di venti anni si costruisse nuova Chiesa intra villam co' materiali
   habitationum Ecclesiae circumstantium.....sumptibus Monialium , ad
   quas spectat dieta cura . Nelle visite del 1611. e 1G14- ( voi. 74. e 7G. )
   si disse : Ecclesia est magna valde , et minatur undù/ue ruinam.....
   sub Ecclesia adest f/tuiedam grupta cum altari , e del monastero s indicarono vestigia .