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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 4
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1834, pagine 340
S. Croce di Teramo .
Cinquantaduc anni , o circa , prima clic al nostro S. Gio. si fosse unito il monastero di Scorzone , altro se gli era aggregato pur di Benedettine , sotto il titolo di S. Croce , del quale fa quindi duopo eziandio nell' archivio di S. Giovanni cercar le ìucinoiio . Quivi però non si rinviene documento anteriore agli 11. Marzo i.'iJ^. , giorno in cui il Vescovo Stefano ratificò la vendila del feudo de' Canali , giù spellante alle figlie di Bartolomeo de Podio , fatta dalla Badessa di S. Croce a Cecco di Forcella , cittadino ed abitante di Teramo , procuratore del monastero di Scorzone . Egli è dunque evidente che per ragione della successione ad uno de' rami della nobil famiglia de Podio , le monache di S. Croce godevano nel i32q. una quota di patronato sulla Chiesa di S. Sigismondo di Joanclla ( Vedi Ca/>. Jprillino ) . Le carte di epoca posteriore nulla contengono che meriti di essere qui trascritto , se pur 11011 si voglia eccettuare il testamento di Paolo di Zuzio de' Agosto i4'3. , clic istituì erede Leila di lui figlia monacala in S. Croce , per la menzione clic vi s' incontra di Bartolomeo de Lellis , insieme con Nanne de Valle, destinato esecutore testamentario. Ma se ignota è la fondazione di S. Croce , ben conte, ci sono le circostanze tutte di sua soppressione dagli alti esistenti nel medesimo archivio . Teneva 1' uffizio di Badessa una juniorc Leila di cognome Caretta , c mal s' interpretavano le sue troppo frequenti uscite dal monastero anche di notte , e le sue profusioni verso Francesco di Sante B . . . . Si sapeva clic costui era spesso introdotto nel monastero : e clic le monache Augclclla , Giuliana , e Majorana erano state più volte obbligale dall' Abbadcssa a lavargli il capo ed accomodargli i capelli . Tali sconcerti non isfuggivano all' occhio sagace del Dol. Pietro-Paolo Leonessa Vicario generale di Monsig. Campano , il quale meditando di toglier lo scandalo , pensò di appoggiare le sue misure ad un atto solenne ed autentico. Assicuratosi che nella sera de' i3. Novembre 147O'. Leila di Coletto , già monaca di S. Chiara , allora stanziantc in S. Croce , avea introdotto , come sovente usava , Donato di Nanne de Valle nel monastero , recossi con segretezza grande e diligenza sulle ore cinque della notte a sorprendere il dormitorio , assistilo da parecchi Canonici , dal mastrodatti della Curia , dal milite , e dalla famiglia del Capitano della Città . Donato sentendo del rutnoré , corse a rifuggirsi sopia i tetti per mezzo di una scala : ma non potendo scappare , bisognò clic co' proprj piedi calasse giù pollina finestra , onde fu preso , sebbene gli riuscisse evader poco dopo dalle mani dei detentori. Vicino al lctlo di Leila di Coletto il Vicario trovò manlellum et sotalarcs dicti Donati . Convinta , non ebbe ritegno di confessare le sue debolezze , non solo col de Valle , ina altresì cum pliuibus aliis , quos prò honeslate Curia tacct , et ]>ro minori scandalo . Ricevuta la confessione di Leila di Coletto , passò il Vicario là per là ad interior a re le altre monache . L' uua scuoprì gli affari dell' altra . Dal complesso delle deposizioni si ricava che quanto accadeva fra Leila ed il de Valle, avveniva piiraiiche fra la monaca Angclella e Colantonio di Montcnibiano , fra Giuliana d' Ascoli e Berarduccio Mettipacc , Narduccia ed Antonello di Giorgio . Una delle esaminate dice esser ferma opinione presso tulle quod Joanncs Lclli Pilli impregnaverat Marchisinam Monialem dicti Monasterii S. Crucis, qua: propter metum fiatris sui Angeli Colite et aliorum suorum con-