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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 4
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1834, pagine 340
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laltó disposizione con islrumcnlo di Not. Ermenegildo do Petris di Tossicìa , a' i/\. Luglio dell'anno stesso.
S. Matteo di Teramo .
La tribolazione sempre feconda di opere meritorie per chi sa profittarne , siccome diede impulso alla fondazione di S. Giovanni , così porse occasione a quella del monastero , di cui intraprendo ad accozzar le notizie , desunte dagli originali da ine esaminati nel 1811. prima che andassero dispersi . Piacentina de' Cappelletti» vedova di Marco Princi di Teramo , desolata per la perdita de' figli , si determinò a passare il rimanente di sua vita 111 un monastero da edificarsi e dotarsi da lei , ove pensò stabilir 1' istituto di S. Benedetto . Supplicò quindi il parlamento della Città , affinchè all' uopo le cedesse la Chiesa e 1' ospedale di S. Matteo , una colle rendite. Il parlamento condiscese, a condizione però che le monache avessero a mantener 1' ospedale. Tale patto 11011 essendo piaciuto a Piacentina , tornò ella ad insistere , servendosi della ragione veramente speciosa che le cose , le quali si olirono a Dio, debbono essere scevre ila qualsivoglia limitazione e riserva , ed incaricandosi d' impetrare dalla Sede Apostolica la derogazione alla volontà di coloro , clic avevano lasciali i beni all' ospedale : e tanto efficacemente, che avendo conseguita una cessione assoluta con parlamentaria risoluzione del 1. Marzo i538. dai Signori del magistrato fu posta in possesso nel dì 28. Giugno detto , ed a futura memoria ne stipulò atto Not. Gio. Filippo Ira-cinto . Piacentina riuscì a parola, avendo da Paolo III. impetrata la richiesta inversione . Polo essa allora attendere alla fabbrica del monastero , nel clic veniva assistita da due deputati eletti in parlamento . Erano passati appena sette anni , ed il chiostro trovossi compiuto ed abitalo da un numero sufficiente di religioso : le quali furono istituite credi da Giovanni Montanari di Teramo , soprannominato Malacarne , con testamento rogato da Not. rir-Donato Ccsj a' (5. Agosto i545. Non ostante sì fatto aumento , sembrando tuttavia le entrate insufficienti alle necessità ed ai comodi delle monache , il Vescovo Giacomo Silvcrio si mosse ad assegnar loro la prepositura di S. Eleuterio a Campora posseduta da Sir Antonio Cariccno Arcidiacono Aprutino , con privilegio in data di Celano, i5. Settembre dietro il
consenso del Capitolo cattedrale , ed in vista delle facoltà super prcemissis unionibus Nobis data: a sacro JEcumeivco Concilio Tridentino . Morto entro lo stesso mese il Carriceno , ecco accendersi nella curia Vescovile litigio fra il monastero ed il Chierico Paolo Reggia di Modena , investilo di S. Eleuterio dalla Romana datarìa . Non si era devenuto ancora alla decisiva sentenza , quando restò conchiusa transazione , in virtù della quale il Reggia lasciò alle monache il godimento della controvertila prepositura , ed cileno si obbligarono di pagare a lui un' annua pensione , sua vita durante . Ultimalo l'accordo, furono le monache sollecite iu Novembre ad ^ottenere da Gregorio XIII. la conferma dell' unione decretata dal Vescovo, colla clausola però che la Chiesa di S. Eleuterio a causa dell' incorporazione debitis non Jraudetur obseqniis, seti illius congrua sopportentur onera consueta . Un' altra condizione , benché nella bolla non apposta espressamente , perchè sottintesa , si era il quindennalc pagamento di scudi ^3. e baj. 5. cui le monache adempirono sino al 1724. Precettate ad adempierlo nel 1739.
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