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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 5

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1835-1836, pagine 244

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Â«lo senza esame la narrazione di Ughelli- c troppo arditamente penetrando ne' giudizj di Dio
   così ha descritto Berardo : Utque male clectus
   cecidit Beroaldus ab ense .
   La memoria del nostro Berardo non resta disonorala dall' esser egli appartenuto all' obbedienza ( come allora dicevasi ) dell' antipapa Clemente . Nel funesto scisma
   che lacerò la Chiesa dal 1S78. al 1417- osserva il Massini ( Vite de" Santi 1
   race. 5. Aprile ) » ora assai difficile il cono-» scere quale fosse il legittimo Pontefice
   o Urbano VI. e i suoi succes-m sori
   che risedevano in Roma
   o Clemente VII. e il suo successore Pie-» tro di Luna
   che si chiamò Benedetto XIII. il quale risedeva in Avigno-» ne . Ciascuno di essi aveva le sue ragioni
   e i regni cristiani erano divisi » ctc. S. Vincenzo seguitava egli pure
   come fecero ancora altri uomini » santi
   che allora vivevano
   le pnrti di Benedetlo x> . Rimarrebbe denigrati bensì dall' aver Berardo eccitalo in Àquila turbolenze
   delle quali fu vittima . Più rileggo però 1' Ughclliano articolo
   più mi sembra scorgere che l' autore avesse ceduto ad uno di quei momenti
   in cui lo Storico è quasi trasportato a farla meno da narratore che da oratore . Stento a concepire come mai Berardo fosse corso ad estinguere le fiamme della sedizione
   accese da lui medesimo : e che dopo aver desiderato il fine
   non avesse voluto il mezzo . Mi ributta la supposizione che fosse stato eletto in grazia della Regina Giovanna
   privata di regno a' 16. Luglio
   e di libertà a' a6. Agosto i38i. quando era ancor vivo il Vescovo Stefano
   seguace anch'esso di ici e di Clemente
   partito da Aquila e dal Reame
   per paura del Re Carlo
   ai 16. Settembre ( Antin. tom. 3. §. 4- I'ag- 7^. ) . Trovo anacronismo in una funzione dei q. Settembre i38a. onorata nella cattedrale di Aquila dalla presenza di Luigi di Angiò ; mentre questi non entrò in Aquila che otto giorni dopo ( §. 5. p. 92. e 93. ) . Falso e che Berardo fosse ucciso nel 1393. Antinori
   ben informalo delle cose di sua patria
   accertò il Tullj con lettera
   da cestui inserita nel supplemento ( n. gg. ) che Berardo mori ai 28. Agosto i3gi. e che » gli succedette nel Vescovato Iaconi po Donsdei
   del quale si hanno gli Atti delle Ordinazioni a' a3. Diccm-» lue i3gt. >• Mi vien prurito di dire
   scherzando
   che un reo sarebbe senza dubbio dichiarato innocente dai giudici
   se costasse che quando accadde il preteso delitto
   colui già era morto da un anno . Ma avvenne realmente in Aqtiili alcun tumulto nel i3gi. e i3gi? Niuno ne riferisce Antinori ( i3. ) benché minuto relatore di tumulti
   ogni qual volta in Aquila ve ne sono siati . la oltre quel sepultas est in Catliedrali ante maximum Aram
   il che indica essersi xenduti i debili ouori al corpo del definito Prelato
   mal si accorda coli* odio generale e colla vituperosa morte che Ughelli ci vorrebbe dare ad intendere . Berardo fu ucciso
   ciò è vero
   ma uè anco il violento suo fine offuscar deve la memoria di lui ; poiché uè meno i buoni stanno sicuri dai pognali. Il colpo gli venne non da Aquila
   11 : a da Teramo . Il cronista Aquilano presso Muratori ( toni. 6. c. 85g. ) :«>->criscc che 1' uccisore fu un Forestero de Teramo . u Non interpretereste o quel Forestero ( soggiunge Antinori nella divisata lettera ) per fuor' uscito » nelle fazioni della Patria ? Così potrete inferire che essendo allora scacciata » la Parte di Antonello
   quel Fuoruscito fosse del partilo nemico de' Mela-lini >j> . Dalla stessa lettera desumo che vcrameute Berardo fu creato Vescovo nel i38a. per autorità antipapale
   in luogo di Stefano ; che da una