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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 5
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1835-1836, pagine 244
coli' impresa consistente in tre lordi. Il dot. Niccola Sorricchio negli annali ecclesiastici Atriani
che vanno fino al i48a. convenendo che de Turdis reggeva le due unite Chiese nel 1^7. e che venne trasferito a Spoleto nel i4*9- giustamente osservò che egli nel dì 20. Febbrajo i4>6. a non per anco era stalo eletto
o entrato non era al governo
perchè di tale giorno era una bolla di Tuzio di Andrea di Zuzio vicario capitolare
il quale nel seguente anno i4'7- non P'ù s'incontrava colla caratteristica di vicario
ma di semplice canonico della maggiore Chiesa di Atri . Una lettera autografa del Prelato
scritta da Costanza a' 16. Aprile i4«6. conservata nel capitolare archivio di Penne
a me gentilmente trasmessa dal sig. arcidiacono e vicario gen. D. Lodovico del Nunzi»
nell' atlo che dimostra non essere l'elezione di colui avvenuta nel i4i3. come Ughelli
da Brunetti copiato
suppose
ma in Gennajo 1415 : e ohe nel giorno della data non ancor gli costava se conseguito avesse il possesso del vescovato; indica ben anche
nella ritrosìa del Re Giacomo e della Regina Giovanna a dar esecuzione alle bolle pontificie
la causa del rilardo del possesso : lascia scoprire un certo sospetto di monsignore che il Pennese capitolo avesse ad opporsi all' e-sercizio di sua giurisdizione ed alla percezione delle rendite ( ritrosìa e sospetto cagionati forse dai .dubbj insorti circa la legittimità dell' elettore Giovanni XXIII. specialmente da che fu deposto a' 19. Maggio 14«5. ): ed in fine ci fa sapere che il de Turdis più non era a quell' epoca Uditore di Rota
ma Uditore delle cause del sacro palazzo . E desso un documento
che merita d' esser pubblicato
vie maggiormente che ha rapporto alla storia generale di quegl' infelici tempi .
Vencraìrlibus et prudentibus Vivìs
Capitalo et Canonicis Pennensis Ecclesie
fratribus et amicis percarissimiss — Veti. Viri
fratres et amici carissimi
post cordiales salutes . Ad vestrum non dubito pervenisse au-dilutn
tatti ex volatili fama
quam ex mearum litterarum serie
Vobis et pluribus aliis amicis meis
per me alias in ine e promotionis exordio di-rectarum
quo modo per Dnum Jo. olirn Papam XXIII. jam fuere XV. metises mihi mdlatenus procuranti
sed liberaliter et proprio motu suo
fuit de ipsa Ecclesia Pennensi provisum
et utinam eidem Ecclesie
de me ipso : prò cujus nanciscendi possessione propriuni familiarem Neapolim cum bullis et litteris destinavi. Cui prò tunc istic
et alibi juxta morem eas publicandi
insinuandi
presentandi
et requirendi
auamvis liccntia concessa non fuit
non tamen fuit expresse denegata
sed potius ex cer~ tis causis rationabilibus dilata
aut in tetnpus suspensa . Postea percepì ex litteris de Neapoli transmissis quod majestas D ho rum Regis et Regine decreverat quod mihi vcl procuratori meo omnitio libera et expedita pos-sessio traderetur
seclusis impedimentis
contradictionibus
et obstaculis quibuscutiique : quid tamen sit deinde secutum
certi aliquid non persensi. Quare rebus sic stantibus
fraternaliter vos requiro pariter et exortor ut cum mei parte fueritis requisiti in predicta et circa predieta
taliter ve-stram opcram unpendatis
quod mihi quantum in vobis fuerit ir.iuria nulla fai
inimo de debito justitie et honestatis
ac prompta obedientia valeatis omni tempore merito commendari . Scitis namque quod fructus
redditus
et proventus ipsius Ecclesie sint mei a die provisionis sectuidum canoni-eas sanctiones
et ipsos tanquam meos
sèu mihi debitos possum
siculi velie facero sum disposilus
a quibuscumque detentoribus seu occupatoribus 6