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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 5
Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1835-1836, pagine 244
BERARDO PALADINI
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Tre nostri palrj Storici han fatto un cenno «Iella trasmigrazione della nobile famiglia Paladini da Teramo a Lecce . » Ilo letto ( scrisse Min) di. a 3. rns. ) nelle scritture di due cento c più anni addietro con titolo di >j magnifico Tommaso
Matteo
Leonardo
Gualtieri
Leonarda
Fiora
» Riveria
ed altri cognominati Palladini : ed in un' altra scrittura simil-» mente antica ho letto 1' nno dopo 1' altro Berardo Palladini e Ruberto » Melatini . Aveau anche diverse le armi
essendo quella dei Mela tini un x» albero di melo con i frutti *
e quella dei Paladini due rose in una sharia ra
che traversa lo scudo etc : gli antichi de' quali partirono di questa » Città l'anno 14 r7 > 0ra " trovano in Lecce
Città di Terra d'Otrau-»> to
ricchi
nobili
e Baroni di Castelli . E so che Dell' anno i552. uno t* di loro venne in questa Città a riconoscere 1' arma
che era in ni/a assai » antica cappella fabbricata l'anno 1339. nella parto supcriore del cinii-» terio della Cattedrale
e per alto pubblico fè fare un testimoniale
nel >» quale si facea menzione dell' arma e del tcnor delle lettere intagliate in m una pietra di detta cappella
che se lo portò seco >3 . Brunetti ( lib. 2. p. 308. ) dopo aver notato che la gente Palladina dimorava in Lecce
soggiunse ; e Teramo enim disecssit anno 14'7- graves quas habebat si-multates cum Melatina familia
et ne dynastis -parerei . Fra gli uomiui illustri di essa rammentò Jacobum Palladinum Episcopum Spolelanum
in cujus Ch'itati* monumentis de Teramo appellatimi
qui obiit circa annum 1416. Ejus haec extant in illa domo Episcopali insignia
prout varia Te-rami : e qui delincò parimenti una sbarra traversa
con una rosa [in ciascuna delle due estremitÃ
dentro la sbarra. Finalmente Tuli) ( p. 5o. ) assicura che in un diploma di Giovanna II. de' Dicembre 1417- si faccia menzione del » Sig. Berardo de' Paladini
di cui domandandosi alla Regina « da' nostri cittadini il perpetuo esilio da questa CittÃ
per esser stato
colo me essi dicono
uno de' maggiori faziosi e minatori della patria
la Resi girui sebbene acconsenta all' esilio di certi altri con esso nominati
pure lo nega per Berardo
e per i di lui fratelli » . Sembra a prima vista che Muzj e Brunetti sieno smentiti dal documento citato da Tullj
e dall' allio dei a. Agosto i4s4- da llie riferito nel cap. XLVII. Dir si potrebbe : se i Paladini partirono da Teramo nel :417 » come va clic ai Dicembro
dello stesso ormo Giovanna II. acconsentir non volle al loro esilio da questa cittÃ
e tale esilio si fosse di poi chiesto a Giosia e da costui decretato nel i4a4? Se ci piaccia richiamare alla mente però i partiti dei Melatinisti ed jintonellisti
che di quei tempi dilaniavano Teramo
acquistando e perdendo a vicenda il dominio della cittÃ
scomparirà ogni ombra di contraddizione . I Paladini erano Melatinisti
ai quali toccava stare in bando
fino a che col mezzo di Londino o Lordino rientrati a Teramo ai 18. Luglio 141G. sacclteggiarono
bruciarono e gettarono a terra le case degli Antonel-listi
e ne imprigionarono gran nutnsro . Ma sul cadere del i417- I*-'r autorità del conte di Carrara vicegerente di Apruzzo
nmtaron faccia le cose : ed essendo tornato in mano degli Antoncllisti il governo
chiesero alla Regina 1' esilio dei più temuti Melatinisti . Ella consentì al bando dei figli di Errico de Melalino
cum fuerint causa principalis exterminii Civitatis
ma non al bando di Berardo e de' fratelli Paladini . Costoro per altro
a parer