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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 5

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1835-1836, pagine 244

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ( Cap. XXXVI. ) che quella dei Paladini in Teramo erano slate due rose in una sbarra traversa . Un fortuiio riscontro di Ughelli tanto della prima edizione Romana del iG47- quanto dell' altra di Venezia
   mi ha tratto d' inganno
   mi ha convinto che Antinori la incontrò meglio di Muzj
   di Brunetti e di Tullj
   e che in sostanza l'impresa dei Paladini così in Teramo come in Lecce sia stata sempre la stessa . Ughelli
   Fiorentino
   pose una particolare cura nella serie dei vescovi e degli arcivescovi di sua patria
   ne mancò di far incidere quanti stemmi giunse a ricavare dai Fiorentini monumenti. Or lo stemma di Giacomo Palladini di Teramo vescovo di Firenze dal i4oi. al i/\\o. è appunto una croce tanto lunga e larga
   quanto è lungo e largo lo scudo con tre pometti a ciascuna delle quattro estremità . Il lemjK) passato era
   di cui Muzj si servì
   indica che alla fine del XVI. secolo
   quand' ei compose i dialoghi ms. la cappella del cimitero più non esisteva
   sebbene fosse esistita nel i55a. allorché egli contava 17. anni di età : e I' essersi nello scrivere troppo fidato alla sua reminiscenza o agli altrui racconti dovè indurlo in equivoco . Il Suo produsse 1' errore di Brunetti
   cho sul proposito dell'arma de'Paladini
   altri non cita che Muzj. Anche Brunetti dovi fidarsi degli altrui racconti
   allor quando aQermò che ueli' episcopio di Spoleto vedevasi la sbarra colle rose per arma di Giacomo
   non essendo affatto verisimile che costui un'arma avesse avuta in Firenze ed un' altra ben diversa ne {-.Yesse in continuaziane adottata in Spoleto . Sarà vero bensì che varie imprese della sbarra si vedevano per Teramo al tempo suo
   e quella in pietra alla casa illichitelli sormontata da mitra è rimasta fino ai giorni nostri : ma deve riputarsi stemma di allVo vescovo non mai di Giacomo Intanto come la svista di Muzj produsse lo sbaglio di Brunetti
   così I* autorità di ambedue rendè Tullj sordo all' avviso di Antinori
   ed il rispetto a tulli e tre trasse me pure in un errore « che qui senza esitazione di sorta confesso ed emendo .
   Si poteva equivocare sullo scudo dei Paladini
   ma non stili' essere eglino stati cittadini di Teramo
   verità la quale costa da una moltitudine di documenti . E sebbene io non abbia inteso mai occuparmi di notizie storiche dalle famiglie
   pure mi è occorso notare per incidenza Tommaso di Berardo nel 1194 7 Andrea can. Aprutino e preposto di S. Pietro ad Acum nel i3io. ( Cap. XXXVI. ) Angelo nel i34o. ( Cap. Apr. §. 4- ) Niccolò
   Berardo
   e Mattuccio nel 1348. Francesco nel i385. ( Cap. XL. ) e Tuzio nel i4o5. ( Conventi. Domenicani di Teramo ). Del primo si hanno due consecutive menzioni : una del 1318. nel registro de'feudi sotto il Re Roberto ( leti. B. f. 137. ) Thomas Paladinus
   de Teramo
   dominus ceriae partis Castri Teczani in Justitiariatu Aprutii ultra etc. 1' allra in una particola del perduto Aprutino necrologio
   la quale è presso i sigg. Paladini di Lecce : Obitus Magistri Thomasu Bcrarili Paladini
   cujus attinia benedicatur. Sub anno Domini i3aj- In potere de'medesimi è pure il uotamento della morte del secondo
   parimente estratto dal nostro necrologio ; Obitus Domini Andreae Paladini Canonici Aprutini
   sub anno Domini i3z5. Le memorie della stessa famiglia
   a me gentilmente comunicate
   rammentano iu oltre
   fra le altre cose
   che Matteo colla mano di Margarita di Buzio della nobile Teramana famiglia de Podio conseguì una quota dei feudi del Poggio e di CapraGco
   e citano il registro del i384« fol. 107. Alla certezza
   da irrefragabili carte nascente
   si aggiunge 1' auto-