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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 5

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1835-1836, pagine 244

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Â» a Ferrara
   e vi si trattenne molto ; poiché non vi fu casa
   e chiesa che 33 ove seppe che v' eran quadri del Guercino non andasse a vederli
   e che »■> non disegnasse
   e copiasse i più singolari . Volle susscguentcmente andare 33 a Cento
   dove gli era slato detto che pur ve n' erano
   e vide con tale » occasione anche la casa
   in cui questo bravo
   e da lui assai venerato 33 artefice abitava . E trasferitosi a Bologna vide
   e rivide ivi pure il mi-» gliore
   e si portò a Firenze
   ove sapeva che non mancava da vedere
   33 e studiare . Fu subito arrivato
   per mezzo di un pittore conosciuto da » lui in Roma
   condotto ad inchinare il Granduca
   che lo accolse con 33 quella benignità . con cui accoglier soleva gli uomini di vaglia
   clic per M ivi passavano. E domandatogli che cosa avesse veduta nella. Città di più " l'aro
   gli rispose che stata era la serenissima sua persona ; e che credeva " clic nulla di più raro vi si potesse vedere . Condusselo 1' amico sussegucn-" temente in gallerìa
   al Duomo
   ed in altre Chiese
   e condottolo di " mano in mano rimase sorpreso
   ed ito a rinchinarc S. A. si licenziò
   e >J tornò alla bella
   ed amata stanza della bellissima
   ed amatissima Roma. 33 Se prima che ne partisse ebbe stima
   e concetto per alcuni quadri che " v' aveva fatti
   siccome diremo
   non minor ne acquistò
   quando imbevu-33 to della vaga
   spiritosa
   e forte maniera de' veduti nel viaggio
   altri ve 33 ne fece dappoi . Vccen» prima uno alquanto grande in tela fuori di inisu-33 ra
   e vi rappresc;-'ò lo scempio
   o per meglio dire il martirio di S. Gac-33 tano nella Villa Medici in tempo del sacco di Roma . Rappresentò in al-33 tro quasi simile a quello di grandezza S. Andrea Avellino quando fu sfre-33 giato dal sicario. In altro anche più grande rappresentò la strage degl' Iu-33 nocenti ; e pretesero gì' intendenti che fosse stalo ritoccato dal maestro
   c » lo vendè ad un mercadanlc Livornese
   che venuto era per incettarne .
   In alho maggiore eziandio di quello rappresentò la deposizione di N. S. 33 dalla Croce
   che pur dagl' intendenti si pretese che fosse stato ritoccato 33 dal maestro
   clic io vendè ad «in negoziante .di Roma . Ed in altro che 33 servir dovea per un altare
   che non ho mai potuto sapere dove si sia
   33 rappresentò S. Antonio di Padova colla Madonna ed il Bambino . Tutti 33 li già narrati furono da lui fatti «pfrimachè partisse ; e mise dopo tornalo 33 mano a duo in tela di quattro palmi per traverso
   che gli erano stati 33 commessi da un suo amico per viaggio
   ed espresse in uno Gesù colla 33 croce
   e nell' altro la croccfissionc . Esposeli prima di mandarli via
   c 33 d' averli fatti nello studio vedere a diversi professori
   e dilettanti amici
   33 in una pubblica mostra ; ed essendo stati i primi che dopo il ritorno si 33 videro
   vi concorse molta genie
   e quasi da tutta ebbe le meritate lodi. » Prese allora maggior animo
   e s' introdusse in casa del Marchese Costa-33 guti non so per mezzo di chi
   ed egli introduca 'idolo in altre cospicue
   33 non ebbe più bisogno di protezione ed ajuto
   n<- gli mancò mai da lavo-33 rare pel privato non meno che pel pubblico. Imperocché espresse in un 33 altare della chiesa d' Araceli con vaga maniera San Jacopo
   S. Stefano
   Â» e S. Lorenzo; e con vaga maniera altresì dipinse nella Cappella. Esprcs-33 se a concorrenza d' altri professori intorno alla tribuna di S. Carlo al cor-33 so diverse virtù rappresentanti 1' umiltà
   1' orazione
   la perfezione
   e la » fortezza d' animo . Espresse nel quadro dell' aitar maggiore di S. Maria 33 degli Orfanelli la Madonna col Bambino
   S. Giuseppe
   ed altre figure
   33 in cui l' abate Titi ha preso nel suo studio di pittura
   scoltura
   ed ar-