Stai consultando: 'Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 5 ', Niccola Palma

   

Pagina (202/245)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (202/245)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 5

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1835-1836, pagine 244

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   202
   mento di statua ( n. 6. tav. ) la testa della gorgone
   simbolo di orientale invenzione ( n. i5. tav. 102. ) il capitello iu pietra del paese
   ornato di fogliami e fiori di loto campanularc ( n. 2. tav. 120
   ) per altri trasandarne
   sono
   a confessione ancora del Micali ( tom. 3. ) d' imitazione egizia .... orientale.... sentono massimamente un fare egizio.... concetto
   asiatico .... sentono del fare più ivtusto egizi')____ di maniera egizia ....
   che rassomiglia air egizia . Ottimamente egli osserva che 1' etrusco Bacco fosse
   sotto più rapporti
   identico ad Osiride : che nei vasi antichi il pallio delle figure comparisca quadralo alla foggia degli orientali ; che in generale tutta l'antichità figurata esprima costantemente la dotti ina del dualismo
   o sia 1' incessante contrasto de' due principi o genj
   giusta 1' orientale ed egizia teosofia
   in o,>posizionc alla greca : che anche nel secondo stadio delle arti
   allor quando lo stile gretto primitivo egizio si cambiò in istile grecoromano più manierato
   e si cominciarono a figurar favole di teina ellenico
   j ur continuato si fosse a manifestare la radicata credenza del dualismo
   e si fossero conservati i riti e le usanze degli Egizj nei funerali e nei sepolcri. Altrove ( toni. 2. ) rimarca che non solamente 1' architettura ( p. 25o. ) la statuaria ( 259. ) i vasellami* ( 280. e segg. ) la religione
   i simboli
   le immagini degli dei
   le sacre suppellettili
   le filosofali dottrine ( no. e se?g- ) ^ teorìe cosmogoniche
   1' anno magno
   il passaggio delle anime
   il loro giudizio e le loro purgazioni nell' altra vita ( igo. e segg. ) : ma eziandio i domestici arredi
   gli anelli
   le fibule
   gli scarabei ( 127. 128. ) gì'istrumenti musicali ( 218. ) la filiazione materna ( 228. ) ed il modo di scrivere da destra a sinistra ( 353. ) ; tutto si ravvisa di derivazione orientale
   e precipuamente egizia . In vece però di riconoscere in questo immenso complesso d' indizj una pruova dell' origine degli Etruschi da alcun popolo di oriente
   e più probabilmente dagli Egiziani ; ei vorrebbe spiegarlo col ripeterne la ragione dal commercio degli Etruschi sulle coste dell' Asia occidentale e dell' Egitto . Ma e chi mai vorrà persuadersi che il semplice commercio
   il commercio
   in cui si cambiò dopo gran tempo la piraterìa de' Tirreni
   nella ristrettezza del senso che bisogna dare alla parola commercio
   qualora si riferisca alle rimote età
   abbia potuto produrre un' analogìa così antica
   così universale
   così popolare
   così sentimentale
   così costante ? In oltre il commercio presuppone ima nazione già costituita sotto un governo qualunque
   un' interna organizzazione
   un qualsisìa gius pubblico : e presuppone un anteriore sviluppo delle arti
   fino ad un certo punto. Intanto il Micali nell' immutabilità e nel drillo ereditario delle patrizie e sacerdotali famiglie
   componenti 1' aristocratico governo dell' Etruria
   ed in quella istituzione teocratica primitiva riconosce la stabilità orientale
   una figlia dell oriente
   un costume egizio ( 83. 168. ) : e rinviene la somiglianza orientale
   specialmente egizia
   nell' infanzia
   nell' origine
   nel primo periodo ( a54- 255. ) nei primi passi dell' arte ( 280. ) . Forse è aU' autore sembrato che la derivazione da un altro popolo avrebbe qualche còsa di umiliante pe' suoi Etruschi : e la toscanica gelosìa lo avrà fallo circoscrivere a quella secca e poco giusta menzione delle monete di Alria Picena ( 347- ) che pur sono le più antiche e le più pregevoli dell' Italia centi ale
   delle quali ben egli avuta avea contezza
   mediante 1' opera del eh. Melchiorre Delfico .