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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 5

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1835-1836, pagine 244

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2o8
   STRADA DEL RATINO O TORDINO . Non vi li;
   vcrisimiglianza clic stata fosse opera Romana . Ma le molte popolazioni a libeccio ci' Interam-nij aveauo bisogno di comunicare col capo-luogo . E ben a tale necessità provvidero
   facendone lede una pila di ponte di grosse e riquadrate pietre
   ancor esistente accosto la Chiesa
   perciò denominata della Madonna del ponte ii ci teiiimcnto di Foruarolo : sulla quale testa
   a memoria de'vecchi
   tuttavia disce inevasi la prima curvatura dell' arco . Elleno stesse
   non che gì'Iiiteraiimili aver doveano un adito al mare
   alla Salaria
   a Castro
   all'emporio sulla foce del Ratino. Alcuni segnali di vcccliPponti
   segnatamente sopra il torrente Fosso de' banditi
   così appellato dagli aguati di .gente di mal afl'arc
   cui due grandiosi superstiti ricurvi massi fornivano tentazione di appiattarsi a spogliazza de' passeggieri x il ponte a due ordini di mattoni
   chc integro rimane là dove a Castro iiuboccavasi : la serie d' inumazioni rinvenuta nel 1S23 : 1111 rudero di nucleo di sepolcro sporgente da terra nella pianura sottoposta a Selva de' colli
   ed i varj clic ne rimangono nel territorio di Giulia
   al lato manco di chi parte da Teramo : le menzioni d' una via salaria nella fondazione del monastero di S. Niccolò a 'l'ordino nel 1004. ed in altre carte del medio evo ; ogni cosa conviuce chc il corso suo da Iuteram-nia a Cautro era costnutemente sulla riva boreale del lìuuie
   c chc quasi coincidesse colla distrettuale nuova .
   STRADE DEL SALINO E DELLA UBRATA . Allorché ebbi contezza della letterata lapida di L. Cecilia
   impedito dal recarmi a Vallori-nn
   incaricai il sig. Ilanalli preposto di Poggio-Morello di un J'ac simile
   ui esattamente mi attenui nel pubblicarla : perplesso se quella fosse vera colonna milliaria
   ovvero sepolcrale cippo di colui eh' ivi trovossi umato . Ma giuntone esemplare all' eruditissimo conte Borghesi in S. Marino
   ha egli deciso ( Bull. d. Just. d. cor. archeol. i833. p. 103. ) aversi nella seconda linea a leggere METe//«J coS
   ed esser manifestamente la pietra una colonna migliare dei tempi repubblicani . Pervenuto a me come agli altri socj il bulietliuo
   volli iu propizia stagione recarmi a Vallorina ondo esaminar la lapida cogli occhi proprj
   c la trovai prostrata avanti al tugurio dell' inventore Francesco Lancianesi
   non lungi dal silo dond' crasi 1 stratta . Fattala rialzare ( avvertenza che il Ranalli non ebbe ) essa m'ingerì un non so cho di rispetto
   c quel presentimento di autenticità
   che al primo esser veduti ispirano i monumenti classici genuini . Quello di cui parliamo consiste in cilindro o più loslo iu cono tronco
   dell' altezza di poco meu di tre palmi
   piantalo sopra baso quadrala . Nel luslo si leggo
   L. CALCILI. Q. F METEL. COS
   CXIX
   ROMA
   Borghesi dunque lui collo nel segno
   c più non polendosi dubitare clic questa non sia vera colonna migliare ; prego i lettori a considerarla trasferita «lai cap. Vili
   al VII. avendo allo strade do' Preluziani rapporto . Pur non di meno il Ranalli è degno di scusa . La pietra è calcarea lacustre
   e perciò piena di pori dilatati dall' umido c dai geli
   nei secoli
   ne' quali è stala a sgretolarsi sotterra . Ed appunto un poro avea rosa nel secondo verso l'asta orizzontale del T da farle comparire I
   ed altri pori meno significanti aveauo maltrattalo EL e CO : ond' c^li
   elio prostralo e cou disagio si